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La Legge Elettorale
e i tanti modi per non farci contare

di Franco Ragusa
 

Elezioni 2008: come ottenere la maggioranza dei seggi con appena il 36% degli elettori

 
    Nel giro di pochi mesi, tra l’ottobre 2007 e il marzo del 2008, dalla fusione delle componenti maggiori del centrosinistra e del centrodestra nascono il Partito democratico ed il Popolo della libertà.
Per le elezioni anticipate del 2008 entrambi i partiti decisero di limitare al minimo le alleanze, lasciando fuori anche forze poli­tiche alle quali era stato chiesto di confluire nelle nuove formazioni.
Diversamente dal 2006, la competizione elettorale si svolse, quindi, in un ambito non più fortemente assorbito da due larghi schieramenti.
Pur senza la presenza di un terzo incomodo di peso, con il venir meno delle due ampie coalizioni prese seriamente corpo il rischio che il premio di maggioranza finisse per essere assegnato a forze politiche sostenute da un consenso di voti ampiamente inferiore a quello ottenuto nel 2006.
Vista, poi, la concreta possibilità, per i partiti al di fuori delle due coalizioni maggiori, di non riuscire a superare le soglie di sbarramento (4% alla Camera; 8% al Senato), dovendo scegliere tra il rischiare di bruciare il proprio voto, dando la preferenza ad un partito a rischio soglia di sbarramento, o accontentarsi del meno peggio tra i due schieramenti maggiori, per gli elettori, aumentò considerevolmente la pressione del ricatto del voto utile1.

Vediamole, quindi, le novità introdotte da questa tornata eletto­rale all’insegna del bipartitismo, partendo dal confronto con i risultati delle elezioni del 2006.


Fonte: www.interno.it

Votanti

Cx-Sx

%

Cx-Sx

Seggi Cx-Sx


Votanti

Cx-Dx

%

Cx-Dx

Seggi

Cx-Dx

Senato 2006 (ITA senza T.A.A. e V.A.)

16.752.401

48,96

148

17.153.978

50,21

153

Senato 2008

(ITA senza T.A.A. e V.A.)

12.457.182

38,01

130

15.508.889

47,32

168





- 1.645.089

- 2,89

+ 15








Camera 2006 (ITA senza V.A.)

19.002.598

49,81

340

18.977.843

49,74

277

Camera 2008

(ITA senza V.A.)

13.689.330

37,55

239

17.064.506

46,81

340





- 1.913.337

- 2,93

+ 63

    Il centrodestra, che nel 2006 aveva ottenuto soltanto 277 seggi alla Camera, nel 2008 ne conquistò ben 340 pur ottenendo quasi 2 milioni di voti in meno!
Di fronte all’assurdità di un simile dato, diventa d’obbligo cercare di comprendere l’effettiva rappresentatività della nuova maggioranza parlamentare.
Rapportando, infatti, il numero di voti del centrodestra al numero degli elettori aventi diritto, si scopre che si supera appena il 36%; mentre nel 2006 si era, per entrambi gli schiera­menti, ad oltre il 40%.


Camera 2006 (ITA senza V.A.)

Aventi diritto

46.997.601

Voti coalizione vincente

19.002.598

% voti

40,43%

Camera 2008 (ITA senza V.A.)

Aventi diritto

47.041.814

Voti coalizione vincente

17.064.506

% voti

36,27%

Si era cioè di fronte ad un’ampia maggioranza parlamentare che avrebbe potuto governare, modificare la Costituzione, nominare le più alte cariche dello Stato e tanto altro ancora, pur rappresen­tando soltanto il 36% del corpo elettorale.
Che il Palazzo si fosse quindi allontanato sempre di più dal Pae­se reale, più di quanto non lo fosse già stato in precedenza, non era certo una sensazione da pensiero estremo: erano i numeri, purtroppo per noi, a confermarlo.

    Ma pur trovandoci di fronte a dei numeri incontestabilmente importanti, sia la Politica che tutto il sistema dell’informazione si attivarono immediatamente per nascondere la diminuita rappresentatività del nuovo Parlamento.
Prendere in considerazione la novità di un non voto che di colpo aumentava del 4%, avrebbe infatti costretto ad un’analisi severa circa l’effettiva entità del premio di maggioranza conseguito dalla coalizione vincente.
Gli effetti di tanto disinteresse si vedranno con le elezioni di febbraio 2013, con la forte affermazione di un terzo polo all’insegna del “mandiamoli a casa”, il Movimento 5 Stelle, e l’ennesimo crollo della partecipazione. Meno 10% in sole due tornate elettorali.



Note

1    Di fronte a questa forma di costrizione, non fu probabilmente per una coincidenza se l’affluenza alle urne diminuì di colpo di oltre il 3%; come anche aumentarono le schede bianche o nulle. Complessivamente, il numero degli aventi diritto al voto per l’elezione della Camera dei deputati che preferì ingrossare le fila del non voto, tra astensione, schede bianche o nulle, può essere stimato in circa 1.700.000 elettori: ben oltre la soglia di sbarramento del 4%.


 
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