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La Legge Elettorale
e i tanti modi per non farci contare

di Franco Ragusa
 

Prima delle elezioni 2013, gli amici del Porcellum che non ti aspetti

 
    Come aveva già ampiamente dimostrato l’offensiva referen­daria Parisi-Morrone contro la raccolta di firme precedentemente avviata dal Comitato Passigli-Ferrara-Sartori, per molti il Porcellum è sì una porcata, ma non perché regala un numero imprecisato di seggi al primo arrivato, ma solo perché si tratta di una legge maggioritaria non fondata sui collegi uninominali.
Per questo motivo, guai a mettere in discussione il premio di maggioranza senza soglia. Molto meglio prendersela con le liste bloccate.
Ma anche in questo caso, guai a pronunciare la parola “prefe­renza”.
Contro il voto di preferenza si è detto tutto e di più, anche se, a ben vedere, per gli stessi motivi si dovrebbero censurare anche le primarie. Ma tant’è.

    Nell’autunno 2012 il dibattito in Parlamento sulla legge elettorale si riaccende, però, con una novità.  Come un fulmine a ciel sereno, nel centrodestra, dato dai sondaggi per spacciato, più per necessità che per virtù, si accorgono tutti dell’anomalia segnalata dalla Corte Costituzionale: e che diamine, con un quadro politico frammentato e con più forze in equilibrio, un partito al 30% potrebbe ottenere un premio in seggi di ben il 25%.
    Viene quindi proposta una modifica per fissare al 42,5% la soglia minima per poter accedere al premio di maggioranza.
Quali che però fossero le motivazioni, l’aspetto scandaloso della proposta era che la legge elettorale, pur con una soglia, era ancora in grado di attribuire un premio di maggioranza nell’ordine delle due cifre percentuali.
Ma apriti cielo, chi è che ti va a protestare nei confronti di questa soglia sin troppo ridicola, in grado di regalare un premio in seggi sino al 13%?
Il PD che, vabbe’, si era già opposto al referendum Passigli­-Ferrara-Sartori, ma anche Grillo. “È una norma per impedire la vittoria del Movimento 5 Stelle”, venne sostanzialmente urlato dalle pagine del blog del movimento.
    A ben vedere, non potendo vincere entrambe, nella migliore delle ipotesi una delle due forze politiche sarebbe ovviamente arrivata seconda, per cui sarebbe rimasta fortemente penalizzata dal premio in seggi attribuito all’altra forza politica; e per inciso, dove stava scritto che il centrodestra non avrebbe recuperato posizioni?

    È così, pertanto, che si arriva alle elezioni, con l’ennesima vittoria del Porcellum, portato in trionfo proprio da chi vantava di averne sempre chiesto a gran voce la cancellazione; evidente­mente, però, per motivi inconfessabili.
Anzi no, a Grillo va dato atto di essere stato chiaro: il Porcellum non si cambia, perché ora vinciamo noi.


 
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