La Legge Elettorale
e i tanti modi per non farci contare
di Franco Ragusa
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Italicum: soglia al
37, 40 o 45%, che cambia se
l’incostituzionalità si cela nel doppio turno e
negli sbarramenti? Come già
ricordato (vedi nota 35 a pag. 88), un meccanismo
elettorale diretto finalizzato a garantire al
Governo il sostegno di una maggioranza parlamentare,
certa e precostituita prima delle elezioni, non
esiste neanche nei paesi spesso citati come esempio
da seguire.
Un “automatismo” che
peraltro mal si concilia con la
necessità di dover tenere conto dei due
cardini sui quali la Consulta ha cassato il
Porcellum: la governabilità è
sì un valore costituzionalmente
rilevante, così come lo è,
però, anche la rappresentanza.
Il primo obiettivo,
la governabilità, non può cioè
darsi se non si garantisce anche il perseguimento
del secondo obiettivo, la corretta rappresentazione
della volontà elettorale.
Due condizioni
indispensabili, ma da sole non sufficienti, che
impongono da subito una prima riflessione circa le
alte soglie di sbarramento dell’Italicum: nella
logica di una legge elettorale in grado di
assegnare, al primo turno o al ballottaggio, un
premio di maggioranza, che senso ha decidere anche
il livello di NON rappresentanza per le forze
minori?
Per quale motivo
alterare l’espressione della sovranità
popolare, in modo particolare dal lato della futura
opposizione, se l’obiettivo della
governabilità risulterà in ogni caso
assicurato dal premio di maggioranza?
Per un motivo
più volte ricordato: condizionare
l’elettorato verso il voto utile o escluderlo dalla
rappresentanza. Un voto peraltro ugualmente utile se
gli elettori “nemici” smettono di votare.
Per i partiti
maggiori, infatti, che l’elettore destinato a
rimanere senza rappresentanza decida di non votare,
ben venga: meno voti validi rispetto ai quali fare i
conti per la soglia.
Ed eccolo quindi qui
il primo doppio trucco: alte soglie di
sbarramento per essere votati per amore o per
forza, altrimenti tanto varrebbe rimanere a casa; e
se si rimane a casa va bene lo stesso, perché
per decidere dell’assegnazione del premio i conti si
fanno sui voti validi1.
Sempre sulle soglie
di sbarramento dell’Italicum, si potrebbe inoltre
scrivere un volume di 100 pagine, tante sono le
possibili combinazioni, bizzarre, che dal modello
Renzi-Berlusconi potrebbero sorgere.
Dalla coalizione
vincente dove a causa dello sbarramento del 4,5% un
solo partito potrebbe ottenere tutti i seggi
assegnati alla coalizione; alla coalizione che
supera lo sbarramento del 12% ma che potrebbe non
avere al suo interno liste al di sopra del 4,5% a
cui assegnare seggi2; per non dire del
diverso peso del voto, se indirizzato verso le
liste coalizzate o no, con due diverse soglie di
sbarramento, 4,5% ed 8%, a punire severamente
l’elettorato che non si riconosce nelle
coalizioni.
Il correttivo delle
alte soglie di sbarramento, infine, potrebbe
determinare un piccolo giallo.
Nell’ipotesi,
infatti, che a causa di queste si arrivi a bruciare
una così alta percentuale di voti, al punto
che sulla carta sarebbe possibile attribuire ad una
coalizione o ad una singola lista, sin da subito,
oltre 321 seggi, pur non avendo conseguito il 37%
dei voti validi, si dovrebbe in ogni caso svolgere
il turno di ballottaggio previsto al comma 6 del
nuovo art. 833.
Con il che se da un
lato si evidenzia la necessità di garantire
l’esistenza del raggiungimento di un risultato
minimo per l’attribuzione della maggioranza dei
seggi sin dal primo turno, dall’altro si pone
nuovamente, alla luce di un sistema che non solo
adotta più correttivi, ma che addirittura ne
prevede di severissimi, una questione di coerenza
generale dell’impianto.
Ma come più
volte ripetuto, la peculiarità dell’Italicum
non è quella di determinare condizioni
favorevoli per la governabilità, attraverso,
appunto, l’introduzione di forti correttivi.
No, non contenti di
aver introdotto elevate e diversificate soglie di
sbarramento, tali da produrre le distorsioni
segnalate, il duo Renzi-Berlusconi ha introdotto il
secondo turno nel caso nessuna lista o coalizione
riesca a raggiungere la soglia del 37% dei voti
validi.
Un secondo turno,
però, dove il premio di maggioranza viene
assegnato senza tenere conto della volontà
elettorale espressa nel primo: l’importante è
vincere, quale che sia il numero di voti ottenuto,
anche se inferiore al numero di voti che sarebbe
stato necessario ricevere per poter acquisire il
premio già dal primo turno.
Lasciando quindi
così le cose per il turno di ballottaggio,
discutere di aumentare la soglia minima di voti,
oggi fissata al 37%, non avrebbe alcuna rilevanza.
Il trucco vero per
aggirare la sentenza della Consulta, infatti, in
ordine alla verifica della sussistenza di un
effettivo equilibrio tra le due diverse esigenze,
governabilità e rappresentanza, è
costituito proprio dal successivo turno di
ballottaggio e l’assenza di relazioni con la
volontà elettorale espressa nel primo turno.
Alle forze politiche
chiamate ad aggiudicarsi il ballottaggio non si
impone di “meritare” l’assegnazione del premio di
maggioranza a seguito del perfezionamento della
volontà elettorale, in seguito, cioè,
alla conquista di ulteriori consensi, sino al punto
di arrivare alla soglia minima di voti richiesta ma
non raggiunta al primo turno. No, tutt’altro. In
ipotesi si potrebbero ottenere anche meno voti del
turno precedente, ma vincere lo stesso il
ballottaggio e, grazie a questa vittoria senza
vincoli di risultato rispetto al primo turno,
vedersi assegnare il cospicuo premio di maggioranza.
Al di là,
pertanto, delle giuste osservazioni circa l’esigenza
di alzare ulteriormente la soglia, ora fissata ad un
ridicolo 37%, se non si interviene sui meccanismi di
assegnazione del premio di maggioranza al secondo
turno4,
nonché sull’incredibile forzatura e caos
determinati dalle pesanti e diversificate soglie di
sbarramento, Porcellum era, Porcellum
rimarrà.
Note 1
Piccolo consiglio al riguardo, quindi: se
passerà l’Italicum, al primo turno delle
prossime elezioni si va tutti a votare, anche la
lista della nonna, pur di non regalare finte
percentuali in grado di nascondere i numeri reali e
consentire il facile raggiungimento della soglia.
2
Si potrebbe ovviare a questo tipo di problema
riprendendo quanto già previsto dal
Porcellum, con il recupero della prima forza
politica coalizzata al di sotto del 4,5%. Il che,
però, implicherebbe l’effetto distorsivo di
assegnare l’ampio pacchetto di seggi, a
disposizione di una coalizione al di sopra del
12%, ad una sola forza politica al di sotto della
soglia di sbarramento minima.
3
6. Qualora la verifica di cui al
comma 1, numero 6), abbia dato esito negativo,
si procede ad un turno di ballottaggio fra le liste
o le coalizioni di liste che abbiano ottenuto al
primo turno le due maggiori cifre elettorali
nazionali e che abbiano i requisiti di cui al comma
1, numero 3). …
4 In questo momento l’Italicum
è in attesa di essere esaminato dal Senato.
Come già fatto senza successo per il passaggio
alla Camera dei Deputati (http://www.riforme.net/2014/rass14-05.htm),
il sito Riforme Istituzionali proporrà alle
forze politiche di presentare emendamenti per
introdurre la verifica della doppia corrispondenza, ai
fini dell’assegnazione del premio di maggioranza,
anche per i risultati del ballottaggio: Alla
coalizione di liste o singola lista che abbia
ottenuto il maggior numero di voti validi al turno
di ballottaggio e che abbia
altresì ottenuto non meno del numero esatto
dei voti richiesti al primo turno per la verifica
di cui al comma 1, numero 6),
l'Ufficio assegna un premio di
maggioranza sino al conseguimento di
321 seggi.Comma 1, numero 6): verifica se la cifra elettorale nazionale della coalizione di liste o singola lista con la maggiore cifra elettorale nazionale, individuata ai sensi del numero 2-bis), corrisponda ad almeno il 37 per cento del totale dei voti validi espressi; |
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