La Legge Elettorale
e i tanti modi per non farci contare
di Franco Ragusa
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Dei miti e delle
Leggende 1: il Mattarellum inquinato dalla quota
proporzionale
Arrivati alla terza ed ultima elezione svolta con il
Mattarellum, vi è da dare una doverosa
risposta a chi ne vorrebbe la sua reintroduzione,
possibilmente con alcune correzioni1;
correzioni rese necessarie, si dice, per far
funzionare ciò che, nelle aspettative, ci
avrebbe dovuto consegnare una seconda Repubblica
al passo con i tempi.
Una risposta, in primo luogo, ai fondamentalisti del referendum tradito. Secondo costoro, nel ’93 gli elettori si sarebbero espressi per un sistema totalmente maggioritario fondato sui collegi uninominale. Poi il diavolo ci si è messo di mezzo e dal cilindro della politica è uscito fuori il Mattarellum. Nulla di più falso. Come già accennato all’inizio, la legge di risulta, a seguito degli effetti abrogati del referendum del ’93 per il solo Senato, cioè ciò che gli elettori sapevano di votare ed hanno votato, non prevedeva in alcun modo l’assegnazione del 100% dei seggi ai soli vincitori dei collegi uninominali. Tutta colpa dei limiti del referendum abrogativo, si dirà, perché i promotori, invece, erano per il maggioritario al 100%. I promotori lo erano, ma lo erano anche gli elettori? Chi può affermare, con certezza, che quel referendum non sia stato votato favorevolmente anche perché, in ogni caso, rimaneva salvaguardato il recupero proporzionale del 25%, garantendo così la rappresentanza anche alle terze e quarte forze politiche? Ma il legislatore, continuano le obiezioni, per la Camera ha introdotto, contrariamente a quanto previsto per il Senato, una seconda scheda per l’assegnazione della residua quota proporzionale, e questo ha determinato la proliferazione dei partitini, proliferazione per di più alimentata anche dal meccanismo dello scorporo. Nulla di più forviante anche in questo caso. In primo luogo lo scorporo previsto per la Camera era soltanto parziale, cioè limitato ai soli voti necessari per vincere nei singoli collegi, mentre per il Senato era totale, venivano cioè sottratti tutti i voti ottenuti dai candidati vincitori dei collegi. Era alla Camera, quindi, che le forze minori ricevevano meno benefici dal meccanismo dello scorporo. Altra penalizzazione importante per le piccole formazioni, l’introduzione della soglia di sbarramento al 4%. Per riassumere, scorporo soltanto parziale, più soglia di sbarramento, ed eccola smentita la presunta facilità per la proliferazione dei piccoli partitini attribuita alla seconda scheda per l’elezione della Camera. Ma allora, quale altra causa potrebbe aver determinato la frammentazione parlamentare nel periodo che si è votato con il Mattarellum? Tralasciando per il momento il Senato2, dove si votava con una sola scheda e che, quindi, per la frammentazione parlamentare che si è verificata anche in questa Camera si potrebbe indicare la causa nella necessità, per le forze maggiori, di stipulare accordi di coalizione valevoli per entrambe le Camere, quali indicazioni ci giungono dai risultati elettorali per l’elezione della Camera dei Deputati? È sufficiente fare il confronto tra la consistenza dei singoli gruppi parlamentari ed i risultati ottenuti con la seconda scheda per il proporzionale per scoprirne delle belle.
La lettura di
questi dati è impietosa. Forze politiche non
in grado di ottenere un solo seggio dal voto sulla
seconda scheda per il proporzionale, sono poi
risultate ben presenti in Parlamento con consistenti
gruppi parlamentari. Note 1 Le ultimissime correzioni proposte nei capitoli finali 2 Per il Senato il discorso va ampliato e confrontato con i problemi di governabilità successivamente attribuiti a difetti specifici del Porcellum. |
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