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Riforme.net  -  7 dicembre 2007
 
Governo Prodi alle corde: chi ricatta chi?

Franco Ragusa

Sul pacchetto sicurezza il governo Prodi è stato ad un passo dall'essere sfiduciato (La Binetti contro il trattato di Amsterdam).
Il solito ricatto del solito partitino o qualcosa che dovrebbe invitare ad una riflessione più seria?
Nel caso del voto di ieri il ricatto del partitino, Rifondazione (partitino che nell'ambito della coalizione, voti alla mano, dovrebbe contare per un buon 15%), consisteva nell'accettare di votare l'intero pacchetto purché venisse leggermente modificato. Va detto e sottolineato: una richiesta innocua finalizzata più a salvare la faccia che altro.
In un Governo come quello Prodi, però, la dialettica politica sembra essere divenuta un optional (a dirla tutta, l'impressione è che non vi sia mai stata), per cui vi sono settori della maggioranza che ritengono non si debba cedere su nulla senza che, per questo, qualcuno possa pensare di accusarli di ricattare il Governo.
Il che tradotto vuol dire: il Governo non ha rischiato di cadere perché la senatrice Binetti ha votato contro, bensì perché la senatrice Binetti è stata costretta a votare contro per non cedere al ricatto di Rifondazione che ha chiesto ed ottenuto l'inserimento di un emendamento.

Da oggi, quindi, i fondamentalisti della "governabilità facile" avranno un altro argomento per scatenarsi nell'ennesimo assalto alla legge elettorale e per chiedere norme che penalizzino i partiti minori a tutto vantaggio delle varie Senatrici Binetti.
Soglie di sbarramento, meccanismi di conta per premiare i partiti maggiori e quant'altro, il tutto per non dover più fare i conti con quella cosa scomoda in grado di rendere la vita difficile ai governi e che si chiama... "democrazia parlamentare".
Di conseguenza, ad essere sul banco degli imputati la libera espressione della sovranità popolare che, in un modo o nell'altro, deve essere messa nella condizione di non nuocere.
Ne va della tranquillità delle varie senatrici Binetti e, di conseguenza, della buona salute del Governo.
Fortunatamente, non appartenendo al "Palazzo", di fronte alle buone ragioni di chi non perde occasione per chiedere mano libera qualche dubbio ancora ci viene.
Tanto più che ad essere in ballo, alla fin fine, è l'unico strumento in mano al cittadino comune per poter cercare d'indirizzare l'azione di governo: la libertà di voto senza condizionamenti di sorta.
Partendo dal comportamento della Senatrice Binetti in occasione del voto di ieri, quindi, e finendo con il reale oggetto del contendere, la libera espressione di voto degli elettori, chiariti cioè i soggetti coinvolti, la domanda d'obbligo è: "chi ricatta chi?"


 

 
 
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