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Riforme.net  - 31 gennaio 2014
 
Inconsistente e presidenzialista l'impeachment dei 5 stelle contro Napolitano


   Franco Ragusa
 
Avendo più volte auspicato la messa in stato di accusa del Presidente Napolitano (al riguardo: Cos'altro deve fare, il Presidente Napolitano, per essere messo in stato di accusa? --- Rielezione di Napolitano: il golpe, venti giorni prima, che tutti hanno fatto finta di non vedere), come non gioire di fronte all’iniziativa intrapresa dal Movimento 5 Stelle?
Se se ne scrive, però, è solo per segnalare, purtroppo, l’inconsistenza di alcune accuse, nonché alcune incongruenze che potrebbero addirittura portare al consolidamento di quel “presidenzialismo di fatto” che è sotto gli occhi di tutti e per il quale le responsabilità del Presidente Napolitano sono enormi.

Andando per ordine, c’è prima da sgombrare il campo da un equivoco: l’iniziativa del Movimento 5 Stelle può essere certamente giudicata inconsistente. Quel che si vuole, ma di sicuro non si tratta di un’azione eversiva.
C’è un preciso articolo della Costituzione, l’art. 90, che prevede la messa in stato di accusa e le procedure da seguire.
Ma è proprio nel riconoscere la liceità dell’iniziativa pentastellata che salta immediatamente agli occhi la non consistenza giuridica delle accuse rivolte al Presidente Napolitano in relazione alla vicenda delle intercettazioni telefoniche nell’ambito dell’inchiesta “trattativa Stato-mafia”.
Anche in questo caso, infatti, per quanto politicamente biasimabile e fortemente criticabile, ci si trova di fronte alla richiesta di applicazione di un articolo della Costituzione, il 134, che regola i conflitti di attribuzione tra i Poteri dello Stato.
E se non c'è nulla di eversivo nel far ricorso all'art. 90, allo stesso modo non c'è nulla di eversivo, ai fini dello stesso articolo, tradimento ed attentato alla Costituzione, nel sollevare, legittimamente, un conflitto di attribuzione tra i Poteri dello Stato previsto dalla Costituzione stessa.

Riguardo l’altra grave accusa, aver accettato una rielezione non prevista dalla Costituzione, vabbe’, qui siamo al paradosso, visto che si sta chiedendo al Parlamento, quello stesso Parlamento che per primo avrebbe concretamente compiuto l’illecito ipotizzato, di condannare chi ora si trova al Colle non certo perché si è votato da solo.
L'argomento poteva peraltro essere utilizzato meglio: la rielezione di Napolitano, infatti, potrebbe essere stata in qualche modo condizionata da atti ed azioni compiuti dallo stesso Napolitano?
Ma è proprio qui che per il Movimento 5 Stelle casca l'asino.
Quando Napolitano, infatti, operò dolosamente, commissariando il Parlamento ad inizio legislatura, per così gettare le basi che avrebbero in seguito favorito  la formazione di un governo di larghe intese ed un intenso programma di riforme, il Movimento 5 Stelle festeggiava ed esibiva sorrisi a 32 denti, perché con il Governo Monti dichiarato prorogato-operativo, Napolitano aveva dato ragione alle bizzarre tesi del Prof. Becchi. (si vedano nuovamente gli editoriali sopra ricordati).

Non solo inconsistenti, ma addirittura controproducenti, le motivazioni contro Napolitano laddove lo si ritiene responsabile per non aver esercitato poteri di veto di tipo monarchico.
Il Presidente viene infatti accusato di non aver fermato, sul nascere, decreti legge e la presentazione alle Camere dei disegni di legge governativi considerati incostituzionali.
Avendo sostenuto l'esatto contrario 5 anni fa, in occasione di un decreto legge per il quale il Presidente Napolitano rifiutò la firma (Pur stando dalla parte di papà Englaro, c'è il dovere di condannare il "presidenzialismo" strisciante  portato avanti dal Presidente Napolitano), chi scrive si permette di invitare a riflettere sulle conseguenze di simili e potenti attribuzioni delle quali non vi è traccia nella Costituzione.
Se questo od altri Presidenti della Repubblica iniziassero ad abusare di questo enorme potere di interdizione, per di più senza controlli, nei confronti di un governo targato M5S, poi che si fa? Una nuova richiesta per la messa in stato di accusa perché il Governo dei cittadini non sbaglia mai?

Condivisibile, infine, ma di fatto solo sul piano della critica politica, l’aver ricordato che il Presidente Napolitano avrebbe potuto utilizzare maggiormente le prerogative all’art. 74:
Il Presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge, può con messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione.
Se le Camere approvano nuovamente la legge, questa deve essere promulgata.”

Come si legge, però, è l’obbligo stesso di promulgazione, a seguito di una nuova deliberazione, ad individuare i limiti di un tale potere, che non può in alcun modo sostituirsi, in quanto superabile, al controllo di costituzionalità esclusivamente affidato ad altro Organo, la Corte Costituzionale, e solo a legge già vigente.
Certamente, in una visione d’insieme di tutti i comportamenti tenuti da Napolitano, questo mancato uso potrebbe costituire una conferma ed un’aggravante.
Vista, però, l’inconsistenza complessiva di tutto il resto delle accuse, nonché l’aver evitato di citare la prova provata del dominio esercitato da Napolitano sul Parlamento, e cioè quanto avvenuto ad inizio legislatura con l’omessa nomina del nuovo Presidente del Consiglio e la dichiarazione della piena operatività del Governo Monti, l’impeachment promosso dal Movimento 5 Stelle risulta scarsamente credibile ai fini di quanto previsto dall’art. 90:
Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione.”


 

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