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Aggiramento dello scorporo alla Camera: "liste civetta"
  
Il sistema di assegnazione dei seggi proporzionali alla Camera prevede tre sostanziali differenze rispetto al meccanismo di recupero del Senato.
- In primo luogo l'elettore si trova di fronte ad una seconda scheda nella quale esprimere la preferenza di lista; la lista è altresì "bloccata" non esistendo la possibilità della preferenza per i candidati della medesima lista, per cui la determinazione degli eletti attraverso la quota proporzionale, né più e né meno di quanto avviene per il maggioritario, è sostanzialmente determinata dalle segreterie politiche.
- Per partecipare all'assegnazione dei seggi proporzionali le singole liste debbono superare lo sbarramento del 4% su scala nazionale.
- Anche per la Camera, infine, è previsto il meccanismo dello scorporo; a differenza che per il Senato, però, alle liste collegate ai candidati vincenti nella quota maggioritaria non verranno sottratti tutti i voti ottenuti dai candidati vincenti, bensì i soli voti risultati necessari per la vittoria nei singoli collegi.
 
Viste le differenze tra i due sistemi elettorali, è facile individuare nella presenza della seconda scheda l'opportunità concessa alle forze maggiori di poter aggirare il meccanismo dello scorporo.
Mentre per il Senato, infatti, per partecipare al meglio al recupero proporzionale è preferibile collegare i candidati di una medesima coalizione ad una sola lista (per quanto meccanismi di aggiramento più attenuati, sempre a vantaggio delle coalizioni maggiori, potrebbero essere possibili), alla Camera sarà sufficiente collegare i candidati ad una qualsiasi lista, al fine di assolvere l'obbligo di legge che impone il collegamento, in quanto l'assegnazione dei seggi per la quota proporzionale sarà appunto determinata dal risultato della seconda scheda.
Per le liste delle coalizioni maggiori sarà quindi sufficiente collegare i propri candidati per il maggioritario a delle liste per il proporzionale costituite ad hoc, in grado di raccogliere-disperdere pochi voti, per non vedersi sottrarre voti in caso di vittoria nei collegi, rendendo così vano il meccanismo dello scorporo finalizzato a garantire adeguata rappresentanza parlamentare alle formazioni politiche minori non coalizzate.
 
Scoperta la truffa, è però bene prendere atto che con l'attuale legge non sembrano esserci soluzioni in grado d'imporre collegamenti alle coalizioni presenti su scala nazionale senza con ciò, al tempo stesso, penalizzare la presentazione di candidati locali che, evidentemente, non potrebbero collegarsi a liste nazionali.
Paradossalmente, infatti, il collegamento alle liste locali, anziché alle coalizioni su scala nazionale, è pienamente coerente con lo spirito maggioritario del "voto alla persona" tanto caro ai Di Pietro che ora gridano allo scandalo.
Di qui l'ulteriore conferma della contraddittorietà di un sistema elettorale assurdo: da un lato il "voto alla persona"; dall'altro lato, sempre nello spirito maggioritario, l'esigenza di costringere questo "voto alla persona" in una logica bipolare, in altre parole nel suo esatto contrario.
Altresì, anche costringendo i candidati a collegarsi con liste nazionali, nulla potrebbe impedire la costituzione di una lista nazionale fantasma.

Allo stato delle cose, l'unica soluzione possibile è affidata all'onesta della classe politica, come avviene in Germania da sempre, dove le forze politiche maggiori non hanno mai approfittato delle possibilità di aggiramento, offerte dal doppio voto, per far eleggere un numero maggiore di parlamentari.
Oppure alla capacità degli elettori di punire una classe politica così disonesta da aggirare le regole che essa stessa si è data.


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