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Elezioni 2001
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Aggiramento dello scorporo alla Camera: "liste civetta"
Il sistema di assegnazione dei seggi proporzionali alla Camera prevede
tre sostanziali differenze rispetto al meccanismo di recupero del Senato.
- In primo luogo l'elettore si trova di fronte ad una seconda scheda
nella quale esprimere la preferenza di lista; la lista è altresì
"bloccata" non esistendo la possibilità della preferenza per i candidati
della medesima lista, per cui la determinazione degli eletti attraverso
la quota proporzionale, né più e né meno di quanto
avviene per il maggioritario, è sostanzialmente determinata dalle
segreterie politiche.
- Per partecipare all'assegnazione dei seggi proporzionali le singole
liste debbono superare lo sbarramento del 4% su scala nazionale.
- Anche per la Camera, infine, è previsto il meccanismo dello
scorporo; a differenza che per il Senato, però, alle liste collegate
ai candidati vincenti nella quota maggioritaria non verranno sottratti
tutti i voti ottenuti dai candidati vincenti, bensì i soli voti
risultati necessari per la vittoria nei singoli collegi.
Viste le differenze tra i due sistemi elettorali, è facile individuare
nella presenza della seconda scheda l'opportunità concessa alle
forze maggiori di poter aggirare il meccanismo dello scorporo.
Mentre per il Senato, infatti, per partecipare al meglio al recupero
proporzionale è preferibile collegare i candidati di una medesima
coalizione ad una sola lista (per quanto meccanismi di aggiramento
più attenuati, sempre a vantaggio delle coalizioni maggiori, potrebbero
essere possibili), alla Camera sarà sufficiente collegare i candidati
ad una qualsiasi lista, al fine di assolvere l'obbligo di legge che impone
il collegamento, in quanto l'assegnazione dei seggi per la quota proporzionale
sarà appunto determinata dal risultato della seconda scheda.
Per le liste delle coalizioni maggiori sarà quindi sufficiente
collegare i propri candidati per il maggioritario a delle liste per il
proporzionale costituite ad hoc, in grado di raccogliere-disperdere pochi
voti, per non vedersi sottrarre voti in caso di vittoria nei collegi, rendendo
così vano il meccanismo dello scorporo finalizzato a garantire adeguata
rappresentanza parlamentare alle formazioni politiche minori non coalizzate.
Scoperta la truffa, è però bene prendere atto che con
l'attuale legge non sembrano esserci soluzioni in grado d'imporre collegamenti
alle coalizioni presenti su scala nazionale senza con ciò, al tempo
stesso, penalizzare la presentazione di candidati locali che, evidentemente,
non potrebbero collegarsi a liste nazionali.
Paradossalmente, infatti, il collegamento alle liste locali, anziché
alle coalizioni su scala nazionale, è pienamente coerente con lo
spirito maggioritario del "voto alla persona" tanto caro ai Di Pietro che
ora gridano allo scandalo.
Di qui l'ulteriore conferma della contraddittorietà di un sistema
elettorale assurdo: da un lato il "voto alla persona"; dall'altro lato,
sempre nello spirito maggioritario, l'esigenza di costringere questo "voto
alla persona" in una logica bipolare, in altre parole nel suo esatto contrario.
Altresì, anche costringendo i candidati a collegarsi con liste
nazionali, nulla potrebbe impedire la costituzione di una lista nazionale
fantasma.
Allo stato delle cose, l'unica soluzione possibile è affidata
all'onesta della classe politica, come avviene in Germania da sempre, dove
le forze politiche maggiori non hanno mai approfittato delle possibilità
di aggiramento, offerte dal doppio voto, per far eleggere un numero maggiore
di parlamentari.
Oppure alla capacità degli elettori di punire una classe politica
così disonesta da aggirare le regole che essa stessa si è
data.
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