Gli interventi di "Riforme istituzionali"

N° 62 - 08/01/97
Franco Ragusa

Finanziamento ai partiti e referendum

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it.politica,soc.culture.italian
Msg# 6, 28/12/96 18:44 [100]&
Da: Franco Ragusa
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Oggetto: Re: "La compagnia dei nostalgici". A. Panebianco,

Decisamente una perla l'articolo di Panebianco (Corriere del 27) riportato da webclubp@stm.it su it.politica.
Ma quello che piu' sconcerta, e' la pretesa di dare lezioni di "liberta'" sostenendo posizioni antidemocratiche fra le piu' retrive. Di cosa si scandalizza Panebianco?
Che il contribuente non possa scegliersi il Partito al quale destinare il suo 4%.
E che diamine, Agnelli, Berlusconi, la confindustria, dovrebbero pur essere liberi di finanziare soltanto i partiti che fanno i loro specifici interessi.
E gli evasori fiscali? Perche' mai dovrebbero finanziare anche chi vorrebbe fargli pagare le tasse per intero?
No! Non sia mai!
Dove sta scritto che in democrazia i diversi interessi, le diverse idee, debbano avere gli stessi mezzi per avere le stesse possibilita' di divenire maggioranza?
Uno pensa: ora Panebianco si scandalizzera' perche' non e' giusto che ai partiti minori vengano date delle quote misere di finanziamento rispetto a quelle ben piu' sostanziose dei partiti maggiori, difetto presente anche nella legge abrogata nel '93.
No, e' il contrario. Nel nome del maggioritario e del bipolarismo, perche' mai dare la minima possibilita' a chi rappresenta anche degli interessi scomodi di avere i mezzi che nessuna lobby gli fornira' mai?
E che diamine, se ai verdi nessuna industria e' disposta a dargli una lira, perche' mai dovrebbe pensarci un meccanismo diabolico come quello escogitato con la legge in questione?
Ma come, c'era la possibilita' di liberarsi in fretta di tutti quei partiti non inquadrabili pienamente nella logica bipolare, tagliandogli anche la borsa (oltre che i voti attraverso il sistema maggioritario), e invece ...

Ma che diamine, si abbia il coraggio di rispettare:
AP> la liberta' dei cittadini: ciascun cittadino, se gli pare,
AP> finanzia chi gli pare, meglio se usufruendo di agevolazioni fiscali,
AP> con contributi, anche cospicui purche' regolarmente denunciati,
AP> genuinamente volontari

Non ho parole!
La "liberta' che conta" dei cittadini non e' quella di avere la possibilita' di conoscere al meglio tutte le opzioni politiche: conoscere per meglio scegliere; per cui a tutti andrebbero garantiti gli stessi mezzi e strumenti per la diffusione delle proprie idee.
No! Per Panebianco va ridata la liberta' di poter "alzare piu' forte la voce" a chi ha i mezzi economici per farlo; e le idee e gli interessi senza finanziatori (quelli delle classi meno agiate, per intenderci), che vadano pure a farsi benedire!

AP> Questo perche' chi finanzia la politica ha il sacrosanto diritto di sapere
AP> in anticipo' come verranno impiegati i suoi soldi.

Giusto, giusto. Non sia mai che i soldi degli inquinatori, degli evasori, delle imprese ottocentesche, dei tangentari possano servire anche per dare fiato a chi li combatte.
Il tutto, chiaramente, ispirandosi a dei sacri valori liberali e democratici.

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it.politica,soc.culture.italian
Msg# 8, 08/01/97 11:49 [100]&
Da: Franco Ragusa
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Oggetto: Re: Referendum. "Baldassarre pessimista: troppi elementi contro, li bocceranno". P.Di Caro, "Il Corriere della Sera", 06/01/97

Ringrazio di cuore web.clubp@agora.stm.it per avermi indicato un'intervista a Baldassarre, ex-presidente della Corte Costituzionale, come replica alle mie perplessita' riguardo al fondamento giuridico di certe loro affermazioni.

Mi chiedevo, cioe', come si potesse sostenere l'illegittimita' giuridica del promulgamento della legge da parte di Scalfaro sul finanziamento pubblico ai partiti dopo che nel frattempo vi erano state ben due tornate elettorali, quindi due nuovi parlamenti e ben due indicazioni totalmente diverse, nel giro di soli due anni, sempre da parte dei cittadini, della maggioranza di governo. In altri termini, la potesta' legislativa si rinnova oppure no?

Ma veniamo alle perle di Baldassarre.

Domanda: Altro tema caldo e' la violazione dell'esito dei referendum: secondo lei la Corte dovrebbe accogliere il ricorso contro il Parlamento del Comitato promotore del referendum del '93 che protesta per l'approvazione della nuova legge sul finanziamento pubblico dei partiti?

Baldassarre: Io credo che il Comitato Promotore sia legittimato a sollevare il conflitto di attribuzioni. Non so dire se c'e' stata violazione del referendum da un punto di vista giuridico, non conosco bene la materia, ma politicamente quella legge mi e' parsa un errore: ripristina un sistema precedente al voto referendario. E, in sostanza,lo tradisce.

Veramente una perla di risposta: crede; non sa dire se c'e' stata violazione; non conosce bene la materia... pero' e' sicuro di cose delle quali potrebbe essere sicuro soltanto se fosse stato in grado DI DIRE.... e se, soprattutto, conoscesse bene la materia.

Ma le perle non sono finite. E se un ex-giudice della Corte Costituzionale riesce a mettere nel mucchio cose cosi' tanto diverse... allora capisco i molti anni bui della Repubblica italiana.

> La voce della politica si alza per dire basta alla mole di referendum che > rischiano di abbattersi sul Paese.Quella di Antonio Baldassarre, ex-presidente > della Corte Costituzionale, si leva per sostenere il contrario: "l'Italia e' > uno dei Paesi dove maggiori sono i limiti per i referendum".

Chi e' che e' disponibile per fare la lista dei paesi dove e' previsto il ricorso allo strumento referendario su iniziativa popolare? Mi sa che sono proprio pochi.
Beh, incredibile ma vero, l'Italia e' uno dei pochi dove cio' e' previsto.
Ma ancora piu' incredibile, e' che tutti fanno finta di nulla di fronte al "limite dei limiti" esistente negli USA, il paese, insieme alla Svizzera (dove tra l'altro il referendum e' di tipo propositivo, cosa ben diversa da quello abrogativo), da sempre preso ad esempio dai referendari: LA COSTITUZIONE AMERICANA, INFATTI, NON PREVEDE IL REFERENDUM A LIVELLO DI STATO FEDERALE; quindi, questo strumento e' fortemente limitato, anzi nullo, per tutto quanto riguarda la legislazione a livello di Stato Federale. E' come se da noi fosse limitato alle sole competenze locali (certo, gli stati americani godono di ben altra capacita' legislativa, ma non sino al punto da poter intervenire sulle cose che contano veramente).
Perche' ho fatto subito questo accenno?
Per mettere meglio in evidenza una delle ultime perle con le quali si conclude l'intervista.

Bald> Costituzionalmente invece i limiti sono gia' moltissimi. Ricordo che sempre negli USA, per fare un esempio il giudizio di costituzionalita' e' successivo ai referendum non preventivo.

Veramente scandaloso, tanto piu' se a fare certe considerazioni e' un esperto del diritto costituzionale.
Come gia' detto, negli USA il referendum esiste soltanto a livello di legislazione del singolo Stato membro, che di per se', ripeto, e' gia' un bel limite.
In altre parole, nulla di piu' normale che possa poi esserci una dichiarazione d'incostituzionalita' successiva: i diritti dei cittadini di 49 Stati contro le decisioni dei cittadini di un solo Stato. Tant'e' che li' nessuno si sogna di gridare allo scandalo di fronte a chi si oppone alle scelte referendarie dei cittadini: stiamo comunque parlando di cittadini che rappresentano la minoranza in riferimento agli interessi Federali.
Ben diverso e' il caso Italia, dove a sentire Baldassare ci sono limiti incredibili, ma dove praticamente tutti i quesiti referendari sino ad oggi sottoposti alla Corte sono arrivati al voto.
Ora, se si ammette che determinati diritti debbano avere una particolare tutela (cosa che avviene in tutte le Costituzioni di questo mondo, compresa quella americana), credo che sia quanto meno opportuno evitare di spaccare il Paese, farlo pronunciare su determinati temi, e poi pronunciarsi, eventualmente, sui diritti lesi, dichiarando l'incostituzionalita' delle decisioni referendarie.
Gia' immagino Pannella: e che vogliamo calpestare la volonta' del Popolo? ... il giorno dopo un pronunciamento della Consulta che dovesse dichiarare l'incostituzionalita' di un risultato referendario c'e' la guerra civile! Altro che Stato di diritto.
Poi, se non debbono esserci diritti da tutelare, lo diciamo chiaramente e aboliamo le Costituzioni e tutti i procedimenti aggravati posti a tutela di queste (e anche su questi procedimenti aggravati, incredibile ma vero, l'Italia e' il Paese con un procedimento tra i meno aggravati); e la volonta' della maggioranza decide su tutto, anche sui diritti da sempre considerati inviolabili.


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