Finanziamento ai partiti e referendum
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Decisamente una perla l'articolo di Panebianco (Corriere del 27)
riportato da webclubp@stm.it su it.politica.
Ma che diamine, si abbia il coraggio di rispettare:
Non ho parole!
AP> Questo perche' chi finanzia la politica ha il sacrosanto diritto di sapere
Giusto, giusto. Non sia mai che i soldi degli inquinatori, degli
evasori, delle imprese ottocentesche, dei tangentari possano servire
anche per dare fiato a chi li combatte.
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Ringrazio di cuore web.clubp@agora.stm.it per avermi indicato
un'intervista a Baldassarre, ex-presidente della Corte Costituzionale,
come replica alle mie perplessita' riguardo al fondamento giuridico di
certe loro affermazioni.
Mi chiedevo, cioe', come si potesse sostenere l'illegittimita' giuridica
del promulgamento della legge da parte di Scalfaro sul finanziamento
pubblico ai partiti dopo che nel frattempo vi erano state ben due
tornate elettorali, quindi due nuovi parlamenti e ben due indicazioni
totalmente diverse, nel giro di soli due anni, sempre da parte dei
cittadini, della maggioranza di governo. In altri termini, la potesta'
legislativa si rinnova oppure no?
Ma veniamo alle perle di Baldassarre.
Domanda: Altro tema caldo e' la violazione dell'esito dei referendum:
secondo lei la Corte dovrebbe accogliere il ricorso contro il Parlamento
del Comitato promotore del referendum del '93 che protesta per
l'approvazione della nuova legge sul finanziamento pubblico dei partiti?
Baldassarre: Io credo che il Comitato Promotore sia legittimato a
sollevare il conflitto di attribuzioni. Non so dire se c'e' stata
violazione del referendum da un punto di vista giuridico, non conosco
bene la materia, ma politicamente quella legge mi e' parsa un errore:
ripristina un sistema precedente al voto referendario. E, in sostanza,lo
tradisce.
Veramente una perla di risposta: crede; non sa dire se c'e' stata
violazione; non conosce bene la materia... pero' e' sicuro di cose delle
quali potrebbe essere sicuro soltanto se fosse stato in grado DI
DIRE.... e se, soprattutto, conoscesse bene la materia.
Ma le perle non sono finite. E se un ex-giudice della Corte
Costituzionale riesce a mettere nel mucchio cose cosi' tanto diverse...
allora capisco i molti anni bui della Repubblica italiana.
> La voce della politica si alza per dire basta alla mole di referendum che
> rischiano di abbattersi sul Paese.Quella di Antonio Baldassarre, ex-presidente
> della Corte Costituzionale, si leva per sostenere il contrario: "l'Italia e'
> uno dei Paesi dove maggiori sono i limiti per i referendum".
Chi e' che e' disponibile per fare la lista dei paesi dove e' previsto
il ricorso allo strumento referendario su iniziativa popolare? Mi sa che
sono proprio pochi.
Bald> Costituzionalmente invece i limiti sono gia' moltissimi. Ricordo che sempre negli USA, per fare un esempio il
giudizio di
costituzionalita' e' successivo ai referendum non preventivo.
Veramente scandaloso, tanto piu' se a fare certe considerazioni e' un
esperto del diritto costituzionale.
Indice Interventi (solo testo)
it.politica,soc.culture.italian
Msg# 6, 28/12/96 18:44 [100]&
Da: Franco Ragusa
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Oggetto: Re: "La compagnia dei nostalgici". A. Panebianco,
Ma quello che piu' sconcerta, e' la pretesa di dare lezioni di
"liberta'" sostenendo posizioni antidemocratiche fra le piu' retrive.
Di cosa si scandalizza Panebianco?
Che il contribuente non possa scegliersi il Partito al quale destinare
il suo 4%.
E che diamine, Agnelli, Berlusconi, la confindustria, dovrebbero pur
essere liberi di finanziare soltanto i partiti che fanno i loro
specifici interessi.
E gli evasori fiscali? Perche' mai dovrebbero finanziare anche chi
vorrebbe fargli pagare le tasse per intero?
No! Non sia mai!
Dove sta scritto che in democrazia i diversi interessi, le diverse idee,
debbano avere gli stessi mezzi per avere le stesse possibilita' di
divenire maggioranza?
Uno pensa: ora Panebianco si scandalizzera' perche' non e' giusto che ai
partiti minori vengano date delle quote misere di finanziamento rispetto
a quelle ben piu' sostanziose dei partiti maggiori, difetto presente
anche nella legge abrogata nel '93.
No, e' il contrario. Nel nome del maggioritario e del bipolarismo,
perche' mai dare la minima possibilita' a chi rappresenta anche degli
interessi scomodi di avere i mezzi che nessuna lobby gli fornira' mai?
E che diamine, se ai verdi nessuna industria e' disposta a dargli una
lira, perche' mai dovrebbe pensarci un meccanismo diabolico come quello
escogitato con la legge in questione?
Ma come, c'era la possibilita' di liberarsi in fretta di tutti quei
partiti non inquadrabili pienamente nella logica bipolare, tagliandogli
anche la borsa (oltre che i voti attraverso il sistema maggioritario), e
invece ...
AP> la liberta' dei cittadini: ciascun cittadino, se gli pare,
AP> finanzia chi gli pare, meglio se usufruendo di agevolazioni fiscali,
AP> con contributi, anche cospicui purche' regolarmente denunciati,
AP> genuinamente volontari
La "liberta' che conta" dei cittadini non e' quella di avere la
possibilita' di conoscere al meglio tutte le opzioni politiche:
conoscere per meglio scegliere; per cui a tutti andrebbero garantiti gli
stessi mezzi e strumenti per la diffusione delle proprie idee.
No! Per Panebianco va ridata la liberta' di poter "alzare piu' forte la
voce" a chi ha i mezzi economici per farlo; e le idee e gli interessi
senza finanziatori (quelli delle classi meno agiate, per intenderci),
che vadano pure a farsi benedire!
AP> in anticipo' come verranno impiegati i suoi soldi.
Il tutto, chiaramente, ispirandosi a dei sacri valori liberali e
democratici.
it.politica,soc.culture.italian
Msg# 8, 08/01/97 11:49 [100]&
Da: Franco Ragusa
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Oggetto: Re: Referendum. "Baldassarre pessimista: troppi elementi contro, li bocceranno". P.Di Caro, "Il Corriere della Sera", 06/01/97
Beh, incredibile ma vero, l'Italia e' uno dei pochi dove cio' e'
previsto.
Ma ancora piu' incredibile, e' che tutti fanno finta di nulla di fronte
al "limite dei limiti" esistente negli USA, il paese, insieme alla
Svizzera (dove tra l'altro il referendum e' di tipo propositivo, cosa
ben diversa da quello abrogativo), da sempre preso ad esempio dai
referendari: LA COSTITUZIONE AMERICANA, INFATTI, NON PREVEDE IL
REFERENDUM A LIVELLO DI STATO FEDERALE; quindi, questo strumento e'
fortemente limitato, anzi nullo, per tutto quanto riguarda la
legislazione a livello di Stato Federale. E' come se da noi fosse
limitato alle sole competenze locali (certo, gli stati americani godono
di ben altra capacita' legislativa, ma non sino al punto da poter
intervenire sulle cose che contano veramente).
Perche' ho fatto subito questo accenno?
Per mettere meglio in evidenza una delle ultime perle con le quali si
conclude l'intervista.
Come gia' detto, negli USA il referendum esiste soltanto a livello di
legislazione del singolo Stato membro, che di per se', ripeto, e' gia'
un bel limite.
In altre parole, nulla di piu' normale che possa poi esserci una
dichiarazione d'incostituzionalita' successiva: i diritti dei cittadini
di 49 Stati contro le decisioni dei cittadini di un solo Stato. Tant'e'
che li' nessuno si sogna di gridare allo scandalo di fronte a chi si
oppone alle scelte referendarie dei cittadini: stiamo comunque parlando
di cittadini che rappresentano la minoranza in riferimento agli
interessi Federali.
Ben diverso e' il caso Italia, dove a sentire Baldassare ci sono limiti
incredibili, ma dove praticamente tutti i quesiti referendari sino ad
oggi sottoposti alla Corte sono arrivati al voto.
Ora, se si ammette che determinati diritti debbano avere una particolare
tutela (cosa che avviene in tutte le Costituzioni di questo mondo,
compresa quella americana), credo che sia quanto meno opportuno evitare
di spaccare il Paese, farlo pronunciare su determinati temi, e poi
pronunciarsi, eventualmente, sui diritti lesi, dichiarando
l'incostituzionalita' delle decisioni referendarie.
Gia' immagino Pannella: e che vogliamo calpestare la volonta' del
Popolo? ... il giorno dopo un pronunciamento della Consulta che dovesse
dichiarare l'incostituzionalita' di un risultato referendario c'e' la
guerra civile! Altro che Stato di diritto.
Poi, se non debbono esserci diritti da tutelare, lo diciamo chiaramente
e aboliamo le Costituzioni e tutti i procedimenti aggravati posti a
tutela di queste (e anche su questi procedimenti aggravati, incredibile
ma vero, l'Italia e' il Paese con un procedimento tra i meno aggravati);
e la volonta' della maggioranza decide su tutto, anche sui diritti da
sempre considerati inviolabili.