Gli interventi di "Riforme istituzionali"

N° 80 - 12/02/97
Franco Ragusa

Legge Rebuffa... ma dai, è uno scherzo!

Agli Onorevoli Berlusconi, Bertinotti e D'Alema

Egregi Onorevoli,
vorrei complimentarmi per lo spirito goliardico con il quale state lavorando in Parlamento.
La trovata della "Legge Rebuffa", e il fatto che tutti voi abbiate comunque deciso di discuterla, è atto di estrema sensibilità nei confronti di una Paese logorato dalle difficoltà quotidiane: un grazie di cuore, quindi, per il momento di comicità che non guasta mai.
Ma pensate un po' voi, una legge in grado di mantenere viva, negli effetti, una legge abrogata in parte o, perché no, del tutto.

Ma la trovata goliardica non finisce qui.
Dando infatti la possibilità di abrogare senza il vincolo di nessi giuridicamente logici o costituzionalmente vincolanti (tanto poi se il Parlamento non interviene sul pateracchio giuridico della legge di risulta rimarrebbe in vigore la legge abrogata), si dà la possibilità di presentare qualsiasi tipo di proposta abrogativa, anche la più stravagante.
Io, ad esempio, per non esservi da meno, proporrei di abrogare tutta la legge elettorale.
Per fare cosa?
E che ne so! Diciamo che voglio costringere il Parlamento a legiferare: "così, tanto per rinnovare".
E se il Parlamento non dovesse legiferare? Pazienza, c'è sempre la vecchia legge.

Ma volendo, si potrebbe abrogare il 75% di quota maggioritaria.
Per fare che?
Per dire al Parlamento di rintrodurre, ad esempio, il proporzionale. Od anche, all'opposto, per chiedere un proporzionale con effetti di tipo maggioritario: si potrebbe cioè costituzionalizzare il tutto diminuendo fortemente il numero dei parlamentari (si potrebbe infatti cambiare la Costituzione per rendere costituzionale una legge anticostituzionale... e perché no?); e, una volta ridotto fortemente il numero dei collegi, a parità di circoscrizioni, come insegna anche Sartori, non si avrebbe altro che una legge proporzionale dai risultati pratici maggioritari (ne sanno qualcosa gli elettori della Val D'Aosta).

Ma volendo, si potrebbe migliorare leggermente il risultato delle liste proporzionali perdenti nel maggioritario, abrogando quelle parti che fanno sì che oggi per la Camera lo scorporo sia parziale e non totale.

Insomma, ce ne sarebbe per tutti i gusti; e magari si potrebbe anche combinare una tornata referendaria con cento diverse proposte di abrogazione sulla medesima legge elettorale, e poi si vede quale arriva prima.
Già sento le risate.

Ma non è finita qui.
Con "la Rebuffa" verrebbe di fatto permesso quel referendum propositivo che la Costituzione non consente; a meno, chiaramente, di non cambiarla (ma vabbè, a questo si può sempre pensare dopo, magari arrabbiandosi pure con la Consulta laddove si dovesse accorgere della cosa).
Di più: un referendum di fatto propositivo dove, però, chi propone e vota non sa quale sarà il testo definitivo della legge che ha proposto-abrogando.
Ad esempio, abolendo la quota proporzionale (o quella maggioritaria, per l'esempio fatto prima) si potrebbe costituzionalizzare la legge di risulta adeguando la nuova legge elettorale alla Costituzione, oppure, al contrario, adeguando la Costituzione alla legge anticostituzionale, diminuendo il numero dei parlamentari previsto dalla Costituzione. Ma allora, perché non proporre una forma di Referendum propositivo "vero", dove la gente sa fino in fondo di che morte morirà, piuttosto che uno finto?
Troppo forti!


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