Gli interventi di "Riforme istituzionali"

N° 83 - 15/02/97
Franco Ragusa

Re: Legge Rebuffa... ma dai, è uno scherzo! (82)

Scritto da Francesco Paolo Forti:

FPF> Parimenti quando si mormora di possibili intese (piu' o meno larghe)
FPF> si grida all'inciucio ma appena chi governa vuole andare per la sua strada
FPF> allora l'opposizione denuncia l'inizio di regimi totalitari e si rifugia
FPF> in una opposizione intransigente.

In effetti, certi comportamenti sono veramente inspiegabili.
Da un lato si invoca a gran voce il bipolarismo e poi, quando ci si trova di fronte ad un Governo che cerca di operare all'inglese, i maggiori sostenitori di questo sistema, se sono all'opposizione, si ritirano sull'Aventino.
Personalmente non ho condiviso, e anzi ho trovato molto preoccupante l'uso esteso delle deleghe; ma non sono neanche un estimatore del sistema inglese o francese. Ma chissa', probabilmente quelli del Polo non sono stati informati di cosa avviene nel Parlamento Inglese, dove l'opposizione e' veramente ridotta a mera esposizione delle proprie obiezioni e null'altro; dove i lavori e i tempi parlamentari sono al servizio esclusivo del Governo e dove esiste una disciplina di partito tra le piu' ferree.
E lo stesso discorso potrebbe essere fatto per il sistema francese.

Diversamente, il sistema americano e' a mio avviso quanto di piu' consociativo: nel senso deteriore che ne viene paradossalmente dato dai sostenitori di questo sistema.
Non esiste infatti nessun vincolo di maggioranza. Sia l'Esecutivo (il Presidente), che il Legislativo (il Congresso), sono legittimati da uno specifico voto dato dall'elettorato e non hanno poteri di scioglimento l'uno nei confronti dell'altro: nascono e muoiono soltanto in virtu' del risultato elettorale.
Cio' puo' determinare delle coabitazioni che il piu' delle volte portano all'immobilismo o al massimo degli accordi sottobanco. Per non parlare della possibilita' di maggioranze parlamentari variabili, in virtu' proprio del fatto che tanto qualsiasi cosa succede ognuno rimane al proprio posto, fino alla scadenza del mandato.

Questo per dire come i due sistemi presi maggiormente ad esempio dai sostenitori di una riforma completamente bipolare, riescano ad avere, in forma ancora piu' esasperata, uno o l'altro difetto di solito indicati come i "peccati originali" dei sistemi parlamentari di tipo italiano.

FPF> Ma non si conoscono vie intermedie? In fin dei conti tutti si spacciano
FPF> per moderati eppure ....

Si spacciano per moderati, ma di fatto non lo sono, presi nell'insanabile contraddizione per cui cio' che e' buono per se stessi e' male nelle mani degli altri.
Le soluzioni istituzionali che vengono infatti attualmente proposte con forza, che va detto fino a poco tempo fa appartenevano esclusivamente alla cultura di destra (e questo tanto per fare un inciso rivolto a chi sostiene le medesime soluzioni e si considera un innovatore all'interno della sinistra), comportano delle conseguenze che si scontrano con la pretesa di veder garantiti determinati diritti laddove si sia all'opposizione; in modo particolare, potremmo ironicamente commentare, quando a ritrovarsi all'opposizione e' la destra.
Di fatto, tutti hanno la pretesa di "poter lavorare" (ve lo ricordate Berlusconi, con questo suo chiodo fisso, che non lo facevano lavorare?); ma nessuno vorrebbe lasciare questa possibilita' agli altri.
Ed e' per questo che la discussione sulle riforme s'intreccia incredibilmente con questioni che, all'apparenza, non c'entrano nulla.
Del resto, che senso potrebbe avere, per chi oggi si trova all'opposizione e nell'attesa che venga realizzato un nuovo modello istituzionale, concedere quella liberta' d'azione di governo che in astratto si dichiara di volere ma che, si sa, una volta sancita fara' si' che diventera' estremamente difficile, per l'opposizione, competere per la conquista del governo del paese, in modo particolare se si sara' realizzato un modello di bipolarismo?
In tal senso, credo che basti guardare proprio a quei vicini europei dove si e' affermato il bipolarismo e dove ai governi viene "concesso largamente" di lavorare, Inghilterra e Germania su tutti, con gli stessi partiti al comando da oltre un decennio. E dove se ci saranno dei cambi non sara' per merito dell'opposizione, bensi' per i demeriti dei partiti di maggioranza.
Ed e' per questo che chi oggi punta alle nuove regole, vuole anche far si' che queste coincidano - tutte - con le prossime elezioni per il Governo del Paese: per non dare vantaggi a chi oggi se ne potrebbe giovare da subito.
Non e' in altro modo spiegabile, infatti, l'ostinazione con la quale il Polo cerca di barattare la razionalizzazione dei lavori parlamentari (sul tipo, ad esempio, del sistema inglese da loro tanto decantato) con la possibilita' di determinare i contenuti degli atti di Governo: "vi diamo un Parlamento inglese al servizio esclusivo delle esigenze di governo, ma soltanto se ci permettete di governare"... insomma, una sorta di nuovo patto consociativo nell'attesa che si concludano i processi di trasformazione.
Il tutto, in vista delle prossime elezioni, considerate decisive in quanto chi le vincera' potra' governare con un sistema istituzionale di nuovo corso.


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