Riforme Istituzionali
Segnalazioni - Opinioni
 
riguardo le Opinioni, gli eventi e i materiali segnalati, ritenuti utili per l'approfondimento e la discussione,
il sito Riforme.net potrebbe avere opinioni divergenti


www.riforme.net


Mauro Silingardi  04-12-2007
 
Diritto di tribuna, diritto di ricatto, premio di maggioranza

Caro Direttore,
il mondo dei partiti è un subbuglio per il timore di un "inciucio" istituzionale fra Veltroni e Berlusconi, soprattutto sulla legge elettorale. La linea politica di questo giornale è, mi sembra, sempre stata a favore di una legge elettorale proporzionale, la più pura possibile.
I favorevoli a qualche forma di maggioritario, correttiva o drastica che sia, ed io stesso sono fra questi, sottolineano però il "potere di ricatto" dei minimi partiti che ha storicamente pesato sulla vita politica della Repubblica. Nella dialettica fra le due posizioni è stato spesso trascurata la differenza fra "diritto di tribuna" e "diritto di ricatto"; il primo garantisce l'opportunità alle piccole formazioni di avere una piccola rappresentanza in Parlamento per esporre ai Cittadini le proprie posizioni sui singoli argomenti in discussione; il secondo è invece l'uso del potere di interdizione di piccoli partiti al di là del loro effettivo peso nel Paese.
Sarebbe opportuno, ora che la proposta di sbarramento del 5%, alla tedesca, si sta facendo strada, che questo giornale analizzasse, anche proponendo soluzioni tecniche adeguate, queste contrapposte esigenze. Anche perché, finché i partiti italiani non avranno acquisito una consolidata ed efficace democrazia interna, troppo potere in mano a poche segreterie oligarchiche mette in ansia il Cittadino di sentimenti veramente liberali. E se si assicurasse la presenza di due o tre parlamentari anche ai partiti che superano l'1% dei consensi in campo nazionale ma non arrivano allo sbarramento del 5% ?
E se i seggi che questi vengono a perdere in virtù di un tale meccanismo venissero "dati in dote" (così non lo chiamiamo "premio di maggioranza" ...) al partito maggiore della coalizione vincente?Attenzione! Una sana "alternanza" ed una chiara proposta politica e di coalizione è una esigenza che dovrebbe interessare molto a tutte quelle formazioni che non guardano al "centro" come loro luogo d'elezione, aspirando essi al ruolo del "fornaio" in una ormai storica "politica dei due forni" di andreottiana memoria.

Coi migliori saluti,
Mauro Silingardi



Caro Silingardi,
più che risponderle provo a sollevare una questione troppo spesso e troppo facilmente trascurata.

Quando si parla di partitini che ricattano, qual è la soglia minima di riferimento?
Dati delle ultime elezioni alla mano, soltanto una formazione politica, l'Ulivo (l'attuale PD), ha superato il 30% (31,3%) dei voti validi.
Di fronte a questi risultati, quindi, sarei più cauto nel sostenere tesi tipo "potere di ricatto". Molto meglio, a mio avviso, iniziare con il domandarsi: "chi ricatta chi?"
Il 31,3%, ad esempio, può essere sufficiente per mettere sempre a tacere (e sottolineo il sempre, dalla politica economica alla politica estera) il 10% circa costituito dalla cosiddetta "sinistra radicale"?
La mia opinione è che ciò non può essere consentito, altrimenti addio dialettica democratica.
Per questo motivo, non trovo tollerabili i meccanismi elettorali che hanno l'unico obiettivo di trasformare il 10% dei voti  in un ridotto numero di seggi, il diritto di tribuna, per l'appunto; per consegnare invece larghe rappresentanze parlamentari a quei partiti che ben conosciamo e che sappiamo non andare oltre il 25-33%.
Quando, quindi, ci ritroveremo a parlare di situazioni concrete, con uno o due partiti forti almeno di un buon 40% dell'elettorato, potremo verificare se e come qualcuno potrebbe ancora godere di uno sproporzionato "potere di ricatto".
Di sicuro sappiamo soltanto che le ultime due leggi elettorali sono state in grado di garantire ad alcune forze politiche un enorme potere di "ricatto elettorale" mai sperimentato in precedenza. Con il proporzionale, infatti, prima si prendevano i voti e poi si poteva contare (tenendo per altro presente che molte delle crisi di Governo della Prima Repubblica sono state per lo più provocate dai problemi interni alla Democrazia Cristiana).
Con il maggioritario (dei collegi uninominali o di coalizione, quale è l'attuale sistema elettorale), invece, pur di non perdere le elezioni si è costretti ad assicurare un TOT di rappresentanza parlamentare a quei  partiti minori in grado di fare la differenza, quali sono i partiti di centro. E questo perché nei sistemi elettorali maggioritari i voti del centro pesano il doppio, in quanto possono facilmente spostarsi da uno schieramento all'altro.
Non a caso, la politica italiana non è mai stata così ingessata al centro come lo è stata negli ultimi anni.
Tolta la cosiddetta questione morale e il conflitto d'interessi, le differenze strutturali tra le politiche di centrodestra e quelle di centrosinistra si sono rivelate minime.
Per essere chiari sino in fondo, siamo di fronte ad un'alternanza fittizia: lo scontro acceso è soltanto di tipo verbale, quasi mai di sostanza.
Se c'è quindi da trovare una cura, questa non risiede nel mettere all'angolo l'espressione scomoda dell'elettorato, bensì nel dare a Cesare quel che è di Cesare: ad ognuno i propri voti e il proprio peso, senza che alcuni possano approfittare dei meccanismi indotti dalle leggi elettorali per guadagnare un "potere di ricatto" del quale altrimenti non potrebbero disporre.

Cordiali saluti,
Franco Ragusa




Indice "Segnalazioni - Opinioni"

Indice "Speciale legge elettorale"
 
Mailing List di Riforme istituzionali