Paradossalmente, dopo essersi tanto battuti contro i referendum che volevano in qualche modo abrogare la residua quota del 25% di assegnazione dei seggi attraverso la ripartizione proporzionale, le possibilità, per gli elettori di Rifondazione o di un eventuale fronte allargato della sinistra alternativa, di riuscire a garantirsi dei rappresentanti parlamentari attraverso la quota proporzionale alla Camera ed il recupero proporzionale al Senato, sono prossime allo zero.
Partendo dal Senato, è bene ricordare che non esiste una quota
di sbarramento fissata per legge oltre la quale si può essere sicuri
di partecipare al riparto proporzionale dei seggi. Il recupero viene infatti
effettuato tenendo conto dei migliori risultati di lista e dei seggi a
disposizione. Più questo numero di seggi è alto, e più
alte saranno le possibilità, per i partiti minori, di riuscire ad
usufruire dell'assegnazione attraverso il recupero proporzionale.
Per le elezioni politiche del '96, ad esempio, per conquistare l'ultimo
seggio a disposizione, dei 12 assegnati in Lombardia con il recupero proporzionale,
fu sufficiente collocarsi al di sopra del 4,15%; per l'ultimo dei 6 seggi
del Piemonte, invece, fu necessario il 7,73%; l'11,64% per la Sardegna;
per arrivare al 20,29% dell'Umbria (vedi tabella).
Ci troviamo, quindi, di fronte ad una sorta di "quota di sbarramento
implicita", flessibile, in gran parte determinata dal numero dei seggi
proporzionali a disposizione e dalla distribuzione delle coalizioni (aggiramento
dello scorporo); senza per altro trascurare l'effetto degli eventuali
accordi di desistenza, palesi o occulti che siano.
Rimanendo sul dato statistico, per Rifondazione Comunista, con la scelta
di presentarsi in alternativa ai due poli in tutti i collegi del Senato,
vi sono ben poche speranze di assicurarsi dei seggi. Le regioni, infatti,
dove Rifondazione può sperare in un buon risultato, presentano in
ogni caso "soglie di sbarramento implicite" troppo elevate.
Ma non solo.
Con ogni probabilità, gran parte del potenziale elettorato di
Rifondazione alla fine si orienterà, in mancanza di un accordo in
grado di contrastare la vittoria del Polo, verso l'Ulivo. Il tutto per
la banalissima regola-ricatto, implicita nei meccanismi elettorali di tipo
maggioritario, che impone agli elettori la non dispersione dei voti in
funzione di "voto utile contro qualcuno".
Constatata la brutta aria che tira per il Senato, le cose dovrebbero
andare meglio per la Camera.
Per la quota proporzionale il sistema prevede la seconda scheda ed
una soglia di sbarramento fissa del 4%.
Ma anche così, Rifondazione comunista potrebbe pagare lo scotto
del mancato accordo con l'Ulivo. L'effetto "traino" per la quota maggioritaria
potrebbe infatti influenzare anche il voto per la quota proporzionale:
la confusione e la tendenza ad avere uniformità di comportamenti
potrebbero costituire una combinazione micidiale in grado di far perdere
molti voti.
Per le prossime elezioni, inoltre, oltre alla possibile truffa elettorale
ai danni delle formazioni non coalizzate costituita dalle "liste
civetta", è facile prevedere una minore dispersione di voti
tra le altre forze minori, che non a caso stanno cercando di formare aggregazioni
in grado di superare lo sbarramento del 4%. Si dovrà quindi contare,
in ogni caso, su un numero limitato di seggi a disposizione delle forze
minori.
Fatte queste considerazioni per la quota proporzionale, viene da chiedersi come potrebbe allora essere possibile rompere lo schema bipolare. Come garantire, in altre parole, la presenza di un'opposizione di sinistra alternativa ai due poli?
In linea teorica, vista la necessità, per l'Ulivo, di assicurarsi
sino all'ultimo voto in grado di non far conquistare collegi all'avversario,
la via migliore da seguire rimane quella della desistenza (trattandosi
di ipotesi "accademiche", lasciamo da parte i come ed i perché potrebbe
essere possibile l'accordo elettorale nonostante la rottura politica),
tanto meglio se articolata.
Per la Camera si tratterebbe, molto semplicemente, di una possibilità
in più. L'accordo elettorale, inoltre, di per sé dovrebbe
essere in grado di annullare il possibile effetto traino.
Per il Senato, invece, la desistenza costituirebbe, di fatto, l'unica
possibilità in grado di garantire un minimo di risultati.
Attraverso un'accorta divisione dei collegi, inoltre, potrebbe in ogni
caso essere possibile, se sconfitti negli scontri diretti, partecipare
al recupero della quota proporzionale (se nel '96 vi fosse stato l'accordo
Polo-Lega, il centro-sinistra non avrebbe probabilmente vinto uno scontro
diretto in gran parte delle regioni del nord - vedi
tabella in riferimento alle medie elettorali).
Per riuscire in questo è però necessario che L'Ulivo
ceda un numero minimo di collegi nelle regioni con più seggi proporzionali
a disposizione. Non meno di tre, al fine di consentire l'abbinamento dei
candidati ad una lista secondo quanto previsto dalla legge per il Senato;
sino a quattro-sei al fine di assicurare il risultato minimo di lista in
grado di permettere di superare la "soglia di sbarramento implicita" (vedi
tabella in riferimento alle medie elettorali).
Ma perché mai l'Ulivo potrebbe permettersi il lusso di rinunziare
ad un numero così elevato di collegi? Per il semplice motivo che
per molti di questi collegi la vittoria del Polo è scontata, in
modo particolare per i collegi del nord.
Certo, così facendo l'Ulivo rinuncerebbe, in alcune regioni,
ad un numero considerevole di voti in grado di recuperare alcuni suoi candidati;
nulla di particolarmente oneroso, però, tenendo conto del numero
di scontri diretti che potrebbero essere vinti soltanto in virtù
degli accordi di desistenza (nelle regioni del centro-sud, dove lo scarto
tra i due poli è minimo, senza per altro tenere conto dei possibili
accordi di desistenza del Polo con l'MSI, non è consentito disperdere
voti), e del recupero proporzionale senza rischi nelle regioni dove la
sinistra alternativa potrebbe non presentare alcun candidato.
"Quote di sbarramento implicite" e medie
elettorali delle coalizioni (elaborazione su fonte dati
www.senato.it - www.rifondazione.it)
|
|
|
|
|
|
|
|
Piemonte |
17
|
6
|
7,73%
|
204.341
|
112.627 - 5,6%
|
61044
|
82825
|
Valle d’Aosta |
1
|
0
|
-
|
-
|
|||
Lombardia |
35
|
12
|
4,15%
|
234.478
|
288.471 - 6,4%
|
56579
|
92315
|
Trentino-Alto Adige |
6
|
1
|
14,21%
|
75.882
|
23968
|
31098
|
|
Veneto |
17
|
6
|
7,44%
|
206.190
|
68.559 - 3%
|
55229
|
98811
|
Friuli-Venezia Giulia |
7
|
2
|
18,07%
|
135.266
|
39589
|
66496
|
|
Liguria |
6
|
3
|
11,93%
|
124.124
|
57.299 - 6,5%
|
85878
|
86627
|
Emilia Romagna |
15
|
6
|
6,25%
|
165.981
|
138.611 - 5,77%
|
103250
|
69701
|
Toscana |
14
|
5
|
6,52%
|
145.444
|
131.853 - 6,5%
|
92224
|
55650
|
Umbria |
5
|
2
|
20,29%
|
103.299
|
36.148 - 7,5%
|
58015
|
43766
|
Marche |
6
|
2
|
20,28%
|
176.654
|
52.657 - 6,5%
|
80446
|
62927
|
Lazio |
21
|
7
|
5,45%
|
169.925
|
146.045 - 5,4%
|
69571
|
66388
media MSI 6193
|
Abruzzi |
5
|
2
|
18,08%
|
127.711
|
31.253 - 4,2%
|
66445
|
65421
media MSI 9328
|
Molise |
2
|
0
|
-
|
-
|
41137
|
32304
media MSI 5082
|
|
Campania |
22
|
8
|
4,87%
|
131.026
|
107.923 - 3,8%
|
57003
|
52486
media MSI 5769
|
Puglia |
16
|
6
|
5,67%
|
111.954
|
53131
|
54101
media MSI 5142
|
|
Basilicata |
5
|
2
|
18,83%
|
54.495
|
12.239 - 3,5%
|
30240
|
21798
media MSI 2332
|
Calabria |
8
|
3
|
10,19%
|
89.392
|
31.340 - 3%
|
50144
|
49168
media MSI 6487
|
Sicilia |
20
|
7
|
5,31%
|
120.895
|
45919
|
** 48210
media MSI 6045
|
|
Sardegna |
6
|
3
|
11,64%
|
98.078
|
70276
|
62663
|
Ultimi quozienti Ulivo (sulla base dei risultati del '96 meno i voti stimati per Rifondazione) | Quozienti Rifondazione Comunista |
288.377 (stima/6) | 250.000 (stima/1) |
... | 125.000 (stima/2) |
173.026 (stima/10) | 83.833 (stima/3) |
157.296 (stima/11) | ... |
144.188 (stima/12) |
* Per eventuali stime sulla base
dei risultati delle regionali 2000, si tenga conto dei diversi tassi di
partecipazione al voto; ma, soprattutto, della diversa natura del corpo
elettorale: per il Senato sono elettori i soli cittadini di età
superiore ai 25 anni.
** In Sicilia
il Polo operò una sorta di desistenza occulta a favore dell'MSI
e della Lista Pannella-Sgarbi non presentando candidati in alcuni collegi
(errori di presentazione). Entrambe le liste riuscirono ad ottenere l'elezione
di un candidato attraverso il recupero proporzionale.