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Ma va bene, anche ammesso e non concesso che ci sia stato un ravvedimento
da parte di coloro che, insieme al centro destra, volevano affossare quel
poco di libertà di scelta che la residua quota proporzionale del
25% ancora garantisce (ma farebbe piacere ascoltare anche un po'
di autocritica), rimane da spiegare in quale modo il «Nespolum»
potrebbe provocare i disastri denunziati, ad esempio, da un autorevole
esperto di questioni istituzionali come il senatore DS Franco Bassanini
(si veda l'intervista de L'Unità
del 9 dicembre).
In primo luogo, per l'appunto, il senatore Bassanini ci ricorda che
obiettivo dei DS e del suo Presidente D'Alema non è quello di garantire
la libertà di scelta degli elettori e la tutela dei partiti non
coalizzati. Anzi, si tratta proprio di raggiungere il risultato l'opposto:
"risolvere i problemi dell’eccessiva frammentazione e della scarsa coesione
delle coalizioni".
Ed ecco, quindi, nuovamente spiegate e confermate, indirettamente,
le ragioni che portarono i DS a sostenere i referendum per l'abrogazione
della quota proporzionale.
Ancora una volta, infatti, ciò che viene riproposto è
una nuova legge elettorale in grado di forzare i comportamenti degli elettori
e dei partiti. Una sorta di bipolarizzazione forzata da raggiungere per
legge.
A questo punto, parlare di questioni come difesa dello scorporo e libertà
di scelta degli elettori attraverso il mantenimento delle attuali due schede
ha veramente poco senso. Ma visto che il senatore Bassanini lo fa, incapace,
evidentemente, di cogliere gli aspetti schizofrenici dell'attuale posizione
politica dei DS (bipolaristi per forza e tutori, al tempo stesso, del diritto
di rappresentanza e di scelta degli elettori), è il caso di non
farsi sfuggire l'opportunità di approfondire le questioni aperte
dalla proposta del deputato Nespoli.
Paradossalmente, infatti, al di là delle intenzioni della CdL
di voler abrogare, insieme alla modifica tecnica della scheda elettorale,
il meccanismo dello scorporo, il «Nespolum» può ben
essere considerato un'ottima soluzione per impedire l'uso scandaloso delle
liste civetta. In conseguenza di un unico voto che valga sia per la ripartizione
proporzionale che per la scelta del candidato uninominale, infatti, il
collegamento dei candidati uninominali alle liste fantasma non potrebbe
essere realizzato.
Diversamente, lasciando così come è la legge elettorale,
si sa già in partenza che il meccanismo dello scorporo verrà
aggirato, come nel 2001 e nonostante i richiami del Presidente Ciampi,
da entrambe le coalizioni.
Chiarito, quindi, che l'adozione di una singola scheda non vuole necessariamente
dire abrogazione dello scorporo, ma anzi potrebbe rivelarsi la soluzione
migliore per tutelare il meccanismo a garanzia dei diritti degli elettori
che votano per i partiti non coalizzati, non si comprendono le alzate di
scudi contro l'intera proposta.
Ben vengano, piuttosto, le soluzioni idonee ad impedire l'aggiramento
dello scorporo.
Si alzino le barricate per impedire la cancellazione dello scorporo,
quindi; ma le si alzino pure per impedire il ripetersi delle liste civetta.
Altra questione a cuore al senatore Bassanini, e con lui tutto il centro
sinistra che sostenne i referendum del 1999 e del 2000, è l'attuale
possibilità, per gli elettori, "di scegliere il rappresentante
in Parlamento del suo collegio elettorale anche in base alle qualità
dei candidati". Con la scheda unica, invece, il voto per il partito
finirebbe per impadronirsi "in maniera spuria dell'elezione uninominale
e maggioritaria".
Ora, al di là dei timori di perdere un milione di voti nel maggioritario,
dove sarebbe lo scandalo?
Se è infatti vero che nell'attuale e irripetibile congiuntura
politica circa un milione di elettori potrebbe preferire i candidati di
centro sinistra pur votando, nel proporzionale, i partiti del centro destra,
è anche vero che sono molti di più gli elettori che sono
invece costretti a votare i candidati imposti dalle coalizioni, pena la
dispersione del proprio voto a vantaggio della coalizione opposta.
E nell'ambito di scelte così delicate, cosa dovrebbe contare
di più? La logica dei sondaggi del momento o la tutela di principi
validi per sempre? Quel milione di elettori disponibili a passare da una
parte all'altra, o le decine di milioni di elettori costretti a subire
il ricatto della legge elettorale maggioritaria?
Delle due l'una, quindi: o ci si adopera affinché la libertà
di scelta degli elettori possa valere sempre e in ogni circostanza, a 360
gradi, abbandonando la strada della bipolarizzazione forzata; o si accettano
meccanismi di volta in volta legati alle congiunture politiche del momento
e di volta in volta decisi secondo il principio "maggioritario" della legge
del più forte.
Che possa piacere o no ai "bipolaristi per forza", in conseguenza dei
meccanismi della legge elettorale maggioritaria è divenuto oggi
possibile modificare le regole e la Costituzione a colpi di minoranza.
E che possa piacere o no ai "bipolaristi per forza" del centro sinistra,
nessuna forza politica, ieri l'Ulivo, oggi il Polo, ha sentito l'esigenza
di un intervento riformatore in grado di ripristinare, per l'approvazione
delle leggi riguardanti le regole, il quorum della maggioranza effettiva
degli ELETTORI, siano essi o no rappresentati in Parlamento (sulla questione,
si veda l'editoriale del 22 settembre 2004: Se la
riforma è truccata).
Appurato, quindi, che il rischio è quello di apparire come il
bue che dice cornuto all'asino, sarebbe auspicabile un'iniziativa che,
quanto meno, tendesse a limitare i danni provocati dall'attuale sistema
elettorale.
E in tal senso, la scheda unica modello «Nespolum» potrebbe
rivelarsi un brutto errore di calcolo per chi oggi pensa di recuperare
voti "nascondendo" il nome del candidato uninominale fra i simboli di partito.
Chi oggi vota disgiuntamente avendo due schede a disposizione, di sicuro
non appartiene alla categoria degli elettori facilmente "aggirabili". Il
rischio della scommessa di Berlusconi è quindi quello di perdere,
oltre al voto per il candidato impresentabile, anche il voto per il partito.
Gli elettori mutano e sono costretti a mutare i propri comportamenti
a seconda della legge elettorale che hanno di fronte. E i modelli matematici
che non tengano conto della possibilità che gli elettori "attenti"
possano adeguare i propri comportamenti alla nuova scheda elettorale, sono
l'errore di previsione più stupido che possa farsi.
Diversamente, a causa del legame indissolubile tra il voto proporzionale
per il partito e il voto per il candidato uninominale, è facile
prevedere che alla fine i singoli partiti all'interno delle coalizioni
saranno costretti ad indicare i candidati migliori, pena il rischio di
perdere tutta la posta in gioco: voto per il candidato e voto per il partito.
Inoltre, altro aspetto di non trascurabile conto, attraverso la scheda
unica sarà possibile verificare l'effettivo contributo dato dai
singoli partiti all'elezione del candidato uninominale.
Certo, il sapere il peso di ogni singolo partito potrebbe anche determinare
l'esigenza di rivedere e rimettere in discussione gli equilibri e la distribuzione
delle responsabilità all'interno della coalizione. Ma in considerazione
che tutto ciò avverrebbe in forza del risultato elettorale, nulla
di più normale che l'ultima parola debba spettare agli elettori.
Franco Ragusa
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