Gli interventi di "Riforme istituzionali"

N° 101 - 25/05/97
Francesco Paolo Forti

Bozza D'Onofrio - Commenti (2) (dalla ML [PRO-PRODI]- FORUM sul federalismo)

FORUM - ANALISI di proposte

L'art. 4 dell'articolato presentato dal comitato "forma dello Stato" indica:

1) La competa autonomia finanziaria di Comuni, Province, Regioni e lo Stato.

(insisto, se si parla di "Ordinamento Federale della Repubblica", perche'
non chiamarla "federazione" in luogo di "stato"?)

I vincoli posti sono:

a) Impedire la doppia imposizione.
Perfettamente corretto.
Qui occorre definire se si tratti di doppia imposizione fiscale o di doppia imposizione economica. Mi pare evidente che si tratti della prima, visto che la seconda e' quasi impossibile da raggiungere.
Meglio pero' scriverlo nero su bianco.

b) La perequazione fatta dalla Regione verso Comuni e Province,

SENZA VINCOLO DI DESTINAZIONE.

Domande:

b.1) Se Comuni e Province sono finanziariamente autonomi, perche' dovrebbero essere perequati?
b.2) Perche' una costituzione "federale" deve regolare come debbano avvenire le perequazioni dentro le regioni, dicendo addirittura che devono essere senza vincolo di destinazione?

Una Costituzione federale deve regolare la compensazione "tra" regioni, non "dentro" le regioni. Su quest'ultimo argomento al massimo puo' dettare dei principi, dicendo ad esempio che la regione deve distribuire la ricchezza aiutando le sua aree interne piu' povere.
Ma non deve dire come; questo lo fanno le cost. centraliste.

Poi, piu' avanti, lo Stato restituisce a Comuni, Province e Regioni di provenienza "altri tributi", in base alla capacita' di produrre gettito.

Cio' e' in contrasto con il primo comma dell'art. 4

L'autonomia finanziaria dice che ogni soggetto ha un suo prelievo fiscale, salvo evitare la doppia impositione e tenendo conto della ridistribuzione all'interno delle regioni.

Lo stato quindi deve provvedere solo alle entrate che gli competono per:

- le sue spese (esteri, difesa, .....)
- il debito pubblico,
- la solidarieta' verso le aree meno sviluppate (e qui occorrerebbe indicare i meccanismi
di erogazione di tipo europeo, non a pioggia e senza vincolo di destinazione).
- le spese dovute al finaziamento della UE.

Perche' mai dovrebbe essere destinatario di altri importi che poi rende in base a meccanismi "fondati sulla capacita' di produrre reddito"? Questo meccanismo (trasferimenti dello Stato verso la periferia) lede l'autonomia finanziaria.
Appena c'e' crisi ....zac, si tagliano i traferimenti. E poi diventa un'arma di ricatto politico del centro verso le regioni. Un federalismo basato su questo, parte male e finisce peggio.

Ha ragione Bossi; messo cosi' e' l'anticamera della secessione.

Se poi e' lo Stato ad esigere tali importi (per poi rendeli con il contagocce alle zone di provenienza) avremo due risultati:

1) Una continua litigiosita' tra centro e periferia sulla entita' dei trasferimenti e sulla valutazione della capacita' di produrre gettito (e mancando una camera federale per la rappresentanza locale, cio' e' molto pericoloso).
2) Una perpetuazione della evasione fiscale. Una macchina tributaria locale e' piu' efficace di quella centralizzata/decentrata. Ma se i tributi vanno a Roma per tornare in periferia e la sovranita' rimane quindi al "Centro", non vedo motivi per cui l'evasione debba invertire la tendenza di questi ultimi 50 anni.

Capite che i punti sono collegati. Se l'evasione continua, e' difficile valutare la capacita' di produrre gettito. Si puo' solo litigare sulle stime e sulle contro-stime.

Su questo punto occorre essere chiari. Non si vuole riformare Irpef ed Irpeg in senso federale e si vuole impedire a qualsiasi costo un federalismo competitivo. Si e' voluto dare retta a chi, Confindustria in testa, ha detto alla bicamerale, che temeva la competizione tra territori.

Si punta ad un modello di trasferimenti dal centro verso la periferia, incuranti del fatto che, date le grandi differenze geo-economiche esistenti in Italia, cio' non potrebbe funzionare.

Il punto centrale dell'intervento di Villone era proprio questo. Un simile sistema funziona solo quando i differenziali economici sono bassi (come per la germania pre-riunificazione con l'Est).
Proprio la riunificazione tedesca ha messo in luce questo problema. Un federalismo competitivo (o "virtuoso") e' piu' indicato in presenza di grandi differenze economiche territoriali.

Cio' non vuol dire che un federalismo competitivo non debba contemplare alcun meccanismo di solidarieta' verso le le aree depresse. Affatto. Li contempla. Solo che questi non possono coprire il 100% dei fabbisogni delle aree depresse e che di certo non sono interventi "senza vincolo di destinazione" ma mirati a risultati precisi e su progetti ben identificati. L'era dei susidi a piaggia e' finita, anche in Europa.

Credo che questo sia uno dei punti fondamentali da discutere.

Saluti, "Frisco" Francesco Forti


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