Gli interventi di "Riforme istituzionali"

N° 109 - 19/06/97
Franco Ragusa

Il gioco sporco dei Popolari.

I Popolari hanno decisamente gettato giu' la maschera, e ora si capiscono anche i motivi per cui, di fronte ai tanti dubbi espressi, alla fine optarono per il varo della Bicamerale. Ricordo un intervento di Leopoldo Elia, uscito su "il manifesto", che alla luce dei giochetti di oggi mi appare meno appassionato; peccato, confidavo nell'onesta' intellettuale dell'uomo, che non puo' non accorgersi del "mercato costituzionale" portato avanti proprio dal suo partito.
L'emendamento proposto dai Popolari, poi votato massicciamente dal Polo, che affida all'autonomia dei privati qualsiasi rapporto socio-economico, e soltanto in sub-ordine ad una presunta maggiore efficienza d'intervento da parte dello Stato, non rappresenta che la chiusura di un cerchio abilmente messo in piedi lavorando su tutti i tavoli e cambiando, a seconda delle occasioni, gli alleati.
Va infatti riconosciuto a Marini e colleghi di essere stati gli unici, nel centro-sinistra, ad essere riusciti a portare avanti, sin dall'inizio, un disegno complessivo d'intervento.
Soltanto ora si capisce perche', riguardo alla Forma di Governo, un partito che a livello teorico ha sempre sostenuto il cancellierato tedesco, in questi mesi di discussione non ha mai provato a mettere sull'ago della bilancia il possibile accordo con Rifondazione e i Verdi, per altri versi fatto pesare sulla scelta della legge elettorale. Evidentemente si trattava di un altro tavolo rispetto al quale conveniva cercare altre alleanze: meglio non irrigidirsi troppo, molto meglio accettare la logica dell'emendabilita' delle altre soluzioni e scambiare, di fatto, la Forma di Governo con una legge elettorale piu' favorevole alle forze di centro; tanto piu' che con la destra si poteva aprire un altro fronte di alleanze in grado di svuotare di contenuto quanto e' sancito nella Prima Parte della Costituzione relativamente al rapporto tra gli interessi privatistici e l'interesse sociale; che e' poi l'argomento che piu' interessa i fautori dello stravolgimento della Costituzione del '48.
E non vanno poi trascurate le ultime convergenze parlamentari con la destra sulla depenalizzazione del reato di finanziamento illecito ai partiti. Anche in questo caso, a venir leso e' uno dei principi alla base del corretto funzionamento della macchina democratica , alla faccia di tutti i discorsi sulla reale tutela di tutte le espressioni politiche.

Di fronte a questa spregiudicatezza, e' forse il caso che anche gli altri, Rifondazione in primo luogo, comincino a guardare al disegno complessivo e non alle briciole di pane che di volta in volta gli vengono offerte.
In altre parole, si abbia il coraggio di chiamarsi fuori e si dica chiaramente che questa Fase Costituente, per quello che riguarda le forze che hanno sinceramente a cuore i principi sanciti nella Prima Parte della Costituzione, puo' considerarsi chiusa ed archiviata. Non avrebbe infatti senso gridare poi alla truffa dopo aver lungamente legittimato, con la propria partecipazione, questa "farsa" costituente.

NO! Alla farsa plebiscitaria del referendum unico per la revisione costituzionale: http://www.mclink.it/assoc/malcolm/riforme/astens.htm


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