Sulle iniziative di modifica dell'Istituto del referendum
Lettera di Franco Ragusa inviata a il manifesto
Egr. I. D.,
leggo sempre con molto piacere i suoi articoli relativi alle questioni istituzionali: li considero ormai una sorta di appuntamento fisso da non mancare assolutamente.
Ed e' per questo che mi sento in dovere di chiederle un approfondimento riguardo all'articolo uscito a pagina 11 del 25/6/97.
Confesso di essere rimasto molto sorpreso dal giudizio positivo da lei espresso riguardo alle modifiche che sarebbero state apportate, in sede di Commissione Bicamerale, all'Istituto del referendum.
Non che tutto il lavoro fatto sia da considerare negativo, anzi: ben vengano l'introduzione del referendum propositivo e l'introduzione di una discliplina chiara che delimiti con precisione i casi nei quali sia possibile l'uso del referendum abrogativo, e questo al fine di evitare che qualcuno possa abusarne.
Quello che pero' non capisco, e' perche' mai si debba gioire del fatto che si voglia innalzare il numero delle firme e che si sia previsto un limite riguardo al numero di referendum che possono svolgersi in un anno.
Mi permetto due brevi appunti.
Gia' oggi raccogliere 500.000 firme e', per quelle minoranze che non hanno alle spalle interessi forti da tutelare, un ostacolo pressoche' insuperabile. Mi risulta quindi incomprensibile come mai, proprio da sinistra, possano partire iniziative che, di fatto, permetterebbero l'uso dello strumento referendario soltanto a pochi gruppi ben organizzati: alle lobbies economiche e di potere, per essere chiari.
Riguardo al limite annuo di referendum da svolgere, non capisco proprio a quali abusi si andrebbe a parare.
Paradossalmente, proprio da parte di chi ha il potere di muovere i fili, potrebbero benissimo essere organizzate campagne referendarie su campagne referendarie con il preciso scopo d'ingolfare tutto il meccanismo e, quindi, impedire cosi' che possano venir sottoposti ai cittadini altri quesiti... diciamo meno ossequiosi.
Ma al di la' di questo caso limite, c'e' da considerare che nulla potrebbe comunque impedire al solito gruppo di firmatari, siano essi 500.000 o 800.000, di presentare 1 come 100 referendum. Tutt'al piu' questo gruppo organizzato non dovrebbe far altro che attendere, anno dopo anno, di votare sempre e comunque su gruppi di proposte con il medesimo disegno programmatico alle spalle; che e' poi l'abuso che oggi si contesta a Pannella.
Piuttosto, se proprio si vuole porre un limite agli abusi di parte, che si stabilisca un limite massimo di referendum che il singolo cittadino puo' sottoscrivere. Supponendo questo limite a 5, per presentare 20 referendum Pannella dovrebbe cercare di conquistare il consenso di 2 milioni di firmatari; ma questo limite, non impedirebbe ad altre minoranze, senza lobbies alle spalle, di riuscire ad organizzare, anch'esse, una legittima iniziativa referendaria sulla quale i cittadini verrebbero poi chiamati ad esprimersi nel piu' breve tempo possibile.
Insomma, due cure che mi sembrano peggiori del male.
I piu' cordiali saluti.
Franco Ragusa
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