Gli interventi di "Riforme istituzionali"
http://www.mclink.it/assoc/malcolm/riforme/interventi/indice.htm

N° 137 - 29/12/97
Franco Ragusa

Re: Golpi costituzionali (int. N. 136)

Scritto da Emilio Colombo:

E.C. : >Giuseppe Maranini sul sistema inglese, nel 1966: "I candidati combattono
>anche in Inghilterra la loro battaglia politica sotto l'insegna del
>partito: ma il partito deve andare in cerca di candidati localmente
>autorevoli, e non puo' come in Italia compilare delle liste anche di gente
>ignota e senza autorita'".

Perche', chi e cosa potrebbe impedirlo? Forse le primarie?
E poi, siamo cosi' sicuri che altrove le cose procedano con piu' decenza nella scelta o, meglio, nell'assegnazione dei collegi?

E.C. : >Giovanni Sartori ha detto di Maranini: "Fu il primo, o tra i primissimi, a
>condannare il parlamentarismo all'italiana e a proporre soluzioni ispirate
>al sistema inglese e al presidenzialismo americano. La sua intelligenza e
>la sua visione precorrevano i tempi. Resto' solo, o quasi, ma non rimase
>del tutto inascoltato."

Non a caso ho citato Sartori, che non e' sicuramente un sostenitore del proporzionale. Ma se lui e' il primo a dire di non esagerare nell'attribuire al maggioritario determinati meriti...

E.C. : >Il referendum Segni del 1993 s'e' svolto sulla legge elettorale per il
>Senato. Il Parlamento ha poi modificato la legge elettorale per la Camera
>riprendendo un progetto elaborato dall'on. Mattarella ben prima che si
>svolgesse il referendum sul Senato.

Se non ricordo male c'era un progetto di legge che prevedeva un residuo di proporzionale intorno al 40%.

E.C. : >... mentre la legge Mattarella ha conservato la delega in bianco ai partiti per la quota
>proporzionale che, infatti, e' attribuita con una seconda scheda in base a
>liste di candidati blindate.

A me sembra che ad essere blindata sia la quota maggioritaria. Forse che l'elettore dell'Ulivo o del Polo puo' rifiutarsi di votare il candidato assegnato al proprio collegio?
Quanto meno, con la quota proporzionale si riesce a modificare (molto poco, visto che si tratta soltanto del 25%) gli equilibri interni alle coalizioni decise a tavolino dalle segreterie di partito. Impedire d'intervenire sulle decisioni prese a tavolino, e' questo si' un esercizio incontrastato di partitocrazia.

E.C. : >Nel 1996, l'Ulivo ha
>vinto la maggioranza dei collegi uninominali, ma alla Camera raggiunge la
>maggioranza dei seggi solo grazie a Rifondazione (il che, a qualcuno, puo'
>anche far piacere, ma e' anche la prova che la quota proporzionale
>influenza la formazione delle maggioranze parlamentari).

Qui non e' questione di piacere e nel caso specifico la quota proporzionale non ha influito un bel nulla. Rifondazione ha i voti che ha in quanto ha conquistato anche dei seggi con il maggioritario in seguito agli accordi elettorali fatti con l'Ulivo.
Ritornando invece al Governo Berlusconi, questo e' caduto per il dissolvimento della maggioranza, e non perche' al Senato aveva i voti contati. Ma spero che anche per la dissoluzione dell'allora Polo non si vorra' incriminare la quota proporzionale.

E.C. : >Il primo arrivato, in un sistema a collegio uninominale, e' il primo
>arrivato nel collegio, e vince il collegio. E nel 1996, la Lega Nord, in
>Lombardia 2 (dove raccoglie circa 1/3 dei voti), ha conquistato 20 collegi
>uninominali su 32, Ulivo e Polo avendo conquistato ciascuno 6 collegi.

Per l'appunto! Nonostante l'anomalia di un maggioritario applicato ad un quadro politico che ha una forza politica minoritaria ma fortemente concentrata in una parte del territorio, e la tanto discussa quota proporzionale, si e' riusciti comunque ad avere una maggioranza.

E.C. : >Eh, vediamo di distinguere il maggioritario uninominale dal maggioritario
>di lista truccato.
>L'elemento discriminante e' proprio la possibilita' dell'elettorato
>d'indirizzare....
>Nel sistema a collegio uninominale, si sceglie tra singoli candidati, i
>quali non sono predeterminati all'elezione in via di principio (come
>avviene invece con le liste proporzionali). E la responsabilita'
>dell'eletto, prima o poi, potra' essere sanzionata dall'elettore. Il
>divieto di mandato imperativo, invero, non puo' implicare
>l'irresponsabilita' dell'eletto, perche' in democrazia non possono esistere
>poteri irresponsabili.

Si ritorna quindi al punto di partenza di questa replica.
Cosa indirizza l'elettore con il maggioritario? Come si fa a sostenere che l'elezione non e' predeterminata? In che modo l'elettore fa pesare la responsabilita' al proprio eletto?
Forse e' il caso di mettercisi nei panni di questo elettore e provare a verificare cosa veramente puo' fare.
Allora, io nel mio collegio ho trovato Bordon. Figuriamoci, io proporzionalista convinto che vado a votare un maggioritario convinto e che, per di piu', sosterra' chissa quale riforma costituzionale. Benissimo, decido di non votarlo.
Pero', c'e' un pero'!
E se vince Gasparri? E se a livello nazionale vince il Polo?
Della serie: o mi prendo 'sta minestra, o mi butto dalla finestra.
Passiamo all'elezione successiva. E te pareva, gli accordi di partito mi riammollano Bordon. Tra l'altro mi e' piu' antipatico di prima.
Che faccio, lo voto o no?
Che devo fa', dall'altra parte c'e' sempre Gasparri...

E.C. : >Ho detto esattamente il contrario: con il referendum, ogni elettore decide
>senza delegare la decisione a nessuno. Sulle "sfumature" di rilievo,
>rimando alla copiosa giurisprudenza costituzionale, e ai principi di
>omogeneita', univocita', chiarezza, alternativita', etc. che devono
>assistere i quesiti referendari.

Mi sono probabilmente spiegato male. L'espressione sulle "sfumature" era riferita al fatto che anche con il referendum, con il quale si esprime un si' od un no secco, c'e' una sorta di eccesso di bipolarizzazione delle posizioni. In questo "eccesso", mi preoccuperei che non entrassero questioni inerenti ai diritti che io considero fondamentali.

E.C. : >Mi risulta che il presidente della Repubblica sia capo dello Stato e
>rappresenti l'unita' nazionale, e non che sia organo di garanzia. Ma forse,
>non ho una visione d'insieme della costituzione.

Permettimi di rilevare soltanto che... vai contro ad una consolidadissima giurisprudenza in materia.
Ad ogni buon conto, i poteri di nomina di cui ho fatto accenno ci sono e di fatto vengono alterati alla base in considerazione della diversa maggioranza-minoranza che ora potrebbe eleggere il Presidente.

E.C. : >Un fatto certo, e' che l'attuale presidente Scalfaro sia stato eletto da un
>Parlamento eletto con il sistema proporzionale, nel 1992.

A Costituzione vigente, il prossimo Presidente verra' eletto da un Parlamento maggioritario.

E.C. : >E che l'unico
>organo di garanzia costituzionale contemplato dalla costituzione sia la
>Corte costituzionale. Corte costituzionale che, nel 1993 (composta di
>giudici eletti da magistrati non separati per carriere, da diversi
>Parlamenti eletti con un sistema proporzionale puro, e nominati da almeno
>due presidenti della Repubblica espressione a loro volta di un Parlamento
>eletto con sistema proporzionale), non ha ravvisato profili di
>incostituzionalita' nel referendum elettorale Segni.

La Corte Costituzionale, per quanto abbia allargato di molto la sua giurisprudenza in materia di ammissione dei quesiti referendari, in linea di principio non si esprime preventivamente sulla costituzionalita' delle leggi sottoposte a referendum. Tant'e' che in qualsiasi manuale di diritto pubblico si ammette che sul risultato referendario potrebbero sorgere problemi di costituzionalita' e che quindi la Corte potrebbe pronunciarsi sulle questioni eventualmente insorte successivamente al referendum (nulla di strano che durante un giudizio possa infatti sollevarsi la questione).
Il problema e' piuttosto un altro, e riguarda i modi di accesso alla Corte: nello specifico, infatti, come si potrebbe instaurare il giudizio innanzi alla Corte? E mi riferisco alle famose "zone franche", citate anche da Boato nella sua relazione di maggioranza, che di fatto impediscono un effettivo controllo di costituzionalita' su tutti gli atti legislativi.
Anche durante il convegno di Micromega fu posta analoga questione riguardo alla legge istitutiva della Bicamerale e sul referendum unico: come accedere pero' alla Corte?

E.C. : >E quale garanzia rappresenta un presidente della Repubblica,
>proporzionalista ed espressione di un Parlamento eletto con sistema
>proporzionale, che reitera per decine di volte, contro la costituzione e le
>sentenze della consulta, decreti-legge decaduti?

Beh, a me Scalfaro non e' particolarmente simpatico, ma da qui ad attribuirgli eccessi che da dopo la sentenza della Consulta non sono in effetti stati piu' compiuti...

F.R. : >>"Altra questione, le modifiche costituzionali, il famoso art. 138 ideato in
>>regime di proporzionale, e praticamente inutile in regime di
>>maggioritario."

E.C. : >Sul punto, il mio accordo e' completo. Ho infatti sollevato la questione
>fin dai miei primi interventi telematici, in Agora.

Beh, ci fosse anche soltanto su questo punto accordo, non posso che chiederti se ritieni sia costituzionalmente corretto cambiare l'art. 138 oppure la legge... ordinaria che lo stravolge?


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