Gli interventi di "Riforme istituzionali"
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N° 138 - 30/12/97
il manifesto

CASO PREVITI: "Se lo arrestate, salta la riforma" Urbani attacca, poi si smentisce

Di Pietro: "Bisogna evitare che la riforma costituzionale si riduca ad una manfrina per arrivare al colpo di spugna". E l'ex pm sponsorizza il referendum per parti separate

ROMA - ALLA FINE, puntuale, arriva la rettifica. Non quella di Antonio Di Pietro che, ieri, nel clima natalizio ha regalato frecciate velenose contro le riforme care al suo sponsor numero uno, Massimo D'Alema. Dopo un simpatico affondo contro l'"asilo infantile" dell'Ulivo che non accetta il suo gruppo, il senatore del Mugello afferma che bisogna evitare che la riforma costituzionale "si riduca ad una manfrina per arrivare al colpo di spugna". Se il colpo di spugna riuscisse, allora "resterebbe solo l'arma del referendum" finale sul nuovo testo costituzionale. E quel referendum, per Di Pietro, "potrà essere sdoppiato almeno in due quesiti: uno sulla forma dello stato e di governo e l'altro sulla giustizia". Insomma, la proposta del doppio referendum già avanzata nelle scorse settimane dal verde Pecoraro Scanio e apprezzata da Borrelli.

A smentire è, invece, Giuliano Urbani, forzista vicepresidente della Bicamerale: "Mi sta a cuore chiarire che non c'è nessuna relazione automatica tra il voto sul caso Previti e il destino delle riforme". Eppure ieri, in un'intervista al Messaggero, l'ex ministro di Berlusconi affermava che l'autorizzazione all'arresto di Previti "sarebbe un atto di barbarie tale da ridurre a zero le speranze" di raggiungere un'intesa sulle riforme. Urbani, nella rettifica di fine giornata, aggiunge che il rapporto tra riforme e caso-Previti è da leggere in un'altra chiave: "Un voto favorevole all'arresto di Previti - dice - sarebbe infatti il segnale raggelante di una negazione della presunzione di innocenza ed è chiaro che con queste premesse le riforme partirebbero malissimo". Insomma, la strategia di Forza Italia è chiara. Ed è quella di vincolare il più possibile la vicenda-Previti al cammino delle riforme. Tanto che il vicesegretario del Ppi Enrico Letta risponde duro: "Siamo all'apoteosi del conflitto di interessi, che già stava portando il Polo alla tomba". Il Polo sta scegliendo la strada "del baratto sulle riforme", aggiunge Letta che su Previti spiega: "Siamo disponibili, ma non se questo significa che dobbiamo andare a votare mentre ci mostrano la pistola sul tavolo". Contro Urbani anche voci dal Pds. Sono quelle del presidente della commissione stragi Pellegrino ("frasi gravi e paradossali") e del bicameralista Soda ("Urbani sbaglia e usa la vecchia logica dell'uso politico del voto su problemi di giustizia").


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