Gli interventi di "Riforme istituzionali"
http://www.mclink.it/assoc/malcolm/riforme/interventi/indice.htm

N° 145 - 23/02/98
Franco Ragusa

Il regime ulivista e il diarroico Bertinotti.

Devo confessare che mai mi sarei aspettato delle così feroci reazioni alle dichiarazioni del PM Gherardo Colombo.
Certo, c'era da aspettarsi una sorta di "tiro al bersaglio" da parte dei soliti noti; ed in base a questa facile previsione si poteva anche polemizzare con il PM per aver offerto su di un piatto d'argento una ghiotta occasione di polemica: e che diamine, ora i magistrati si occupano pure delle riforme! Avanti tutta con la Bicamerale, allora, proprio per tutelarsi da questi magistrati "eccessivamente politicizzati".
Ma da qui alla querela ipotizzata da Salvi! E anche Pisapia, che parla di "diffamazione", come interpretarlo?
C'è evidentemente dell'altro. Si è infatti arrivati al punto che si considera intollerabile sentirsi dire quello che per mesi e mesi è stato sulla bocca della stragrande maggioranza dei commentatori politici e dei politici: inciucio; mercato delle vacche; patto della crostata; scambio sulla giustizia; e chi più ne ha sentite più se ne ricorda, senza per altro avere bisogno che arrivi un PM a ricordargliele.
Ma allora, qual è il motivo di tanto scandalo? Perché quello che tutti sanno, ma fanno finta di non sapere, se detto da un PM genera reazioni così feroci?
Perché, per l'appunto, un conto è sapere, ma un conto è che se ne parli al di fuori del "Palazzo": c'è il pericolo concreto che possa saltare il "filtro" tra le istituzioni e i cittadini per cui ad occuparsi delle riforme deve essere soltanto la classe politica che vuole consolidarsi al potere.
E chi dovrebbe smascherare quest'imbroglio, Rifondazione, che fa?
Se la fa sotto!
E sì, prima vota l'istituzione della Bicamerale e il referendum unico; poi accetta il patto elettorale di "casa Letta" (di tutti i doppi turni, il peggiore); e poi si guarda bene di portare al centro dell'iniziativa politica un'opposizione forte a quello che può essere tranquillamente definito un tentativo di "golpe": un nuovo progetto di Costituzione che stravolge la Costituzione del '48, il tutto adottando procedure tra le meno limpide (e questa non è l'opinione di qualche estremista di sinistra, come sostiene D'Alema, ma di un discreto numero di costituzionalisti).
Ma quello che più sconcerta, è il sentire ragionamenti che non si reggono neanche con le stampelle, come l'intervista rilasciata oggi a La Stampa da Bertinotti: " ... La Bicamerale ha sbagliato, ma il suo non è stato il cedimento a un ricatto, ma un doppio errore politico. Il primo sbaglio? Aver voluto a tutti i costi inserire i temi della giustizia nel processo di riforma costituzionale, senza che ce ne fosse affatto il bisogno. Il secondo? Aver considerato la necessità di concludere più importante rispetto ai contenuti, con il risultato di dividere il centro-sinistra. E di far prevalere le posizioni di chi, dentro il centro-sinistra, era più vicino al centro-destra...".
Ma si è domandato l'On. Bertinotti perché si fanno questi incredibili errori?
Ma guarda un po' che coincidenza: non c'è affatto bisogno di inserire la questione giustizia nell'ambito del processo di revisione costituzionale... ma ve la si inserisce a tutti i costi, con una pervicacia che rasenta l'arroganza. Ma ci fosse qualche secondo fine?
No, anche per Bertinotti non ci sono secondi fini: è soltanto la cecità politica a far compiere determinate scelte.
E che alla fine dei lavori della Bicamerale il progetto di riforma sia più vicino alle posizioni del centro-destra piuttosto che a quelle di partenza del centro-sinistra, come interpretare tutto ciò?
Altro errore politico: pur di fare le riforme si è cercato l'accordo a tutti i costi. A tal punto che il voto del 21 aprile è stato completamente stravolto, visto che alla fine sono passate tutte le proposte di chi le elezioni le ha perse.
Ma anche in questo caso, non è che l'accordo a tutti i costi potrebbe nascondere dei doppi fini, come quello di liberarsi definitivamente di un sistema di democrazia pluralista?


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