Gli interventi di "Riforme istituzionali"
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N° 161 - 20/11/98
Franco Ragusa

Adesione appello (160)

Indirizzato a: md1736@mclink.it, il manifesto

Aderisco all'appello per "lo stato laico" promosso da Critica Liberale.
Vorrei pero' far notare come questo ennesimo tentativo di finanziare con denaro pubblico le "scuole private in generale", sia la diretta conseguenza dell'aver assimilato, da parte di gran parte delle forze politiche, comprese quelle della sinistra, un principio piu' generale che va sotto il nome della "supremazia del privato", per la prima volta organicamente elaborato e largamente approvato in sede di Commissione Bicamerale per le riforme. Laddove, cioe', il privato dovesse adeguatamente assolvere a compiti cosiddetti "pubblici", lo Stato dovrebbe porsi non piu' come una figura di primo piano.
E' bene quindi ricordare il testo di quell'art. 56, largamente votato e mai a sufficienza messo in discussione dopo l'ultima approvazione, che di fatto gia' poneva le premesse teoriche per questo ennesimo attacco alla scuola pubblica.

"Nel rispetto delle attivitą che possono essere adeguatamente svolte dall'autonoma iniziativa dei cittadini, anche attraverso le formazioni sociali, le funzioni pubbliche sono attribuite a Comuni, Provincie, Regioni e Stato, sulla base dei principi di sussidiarieta' e differenziazione. La titolarita' delle funzioni compete rispettivamente a Comuni, Provincie, Regioni e Stato, secondo criteri di omogeneita' e adeguatezza."

Come rapportarsi, quindi, rispetto alla cosiddetta sussidiarieta' orizzontale?
Quali limiti incontrerą il "pubblico" per esercitare le funzioni di cui e' titolare di fronte ad un'attivita' privata adeguatamente svolta?
E quel "nel rispetto delle attivita'" a cosa fa riferimento?
Forse che sara' inibita, o reindirizzata verso i privati, tutta l'attivita' pubblica che potrebbe operare in cosiddetto regime di "ineconomicita'", ai fini di un interesse pubblico da sostenere, laddove dovesse entrare in concorrenza "sleale" con le attivita' "adeguatamente" gia' svolte dai privati non finanziate alla stessa stregua?
In altre parole, non e' attraverso tutto questo meccanismo di "ambiguita'" che oggi ci si sta fornendo di nuove basi teoriche per poter aggirare il dettato costituzionale?
Come rapportarsi, infatti, di fronte alla scuola privata "adeguatamente" svolta, anche se prioritariamente di impostazione confessionale?
Oggi ci troviamo quindi a dover difendere la scuola pubblica da un attacco che parte da ben piu' lontano e che sarebbe riduttivo attribuire alla sola indebita ingerenza della Chiesa.

Franco Ragusa

 


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