Premio di maggioranza
Come contestare la logica della riforma tramite commissione bicamerale?
E' una logica iniziata con l'introduzione dell'uninominale. "Il
maggioritario e’ indispensabile per la stabilita’ e l'alternanza". Certo, ma
con questa riforma ognuno di noi ha perso il diritto di scegliere il proprio
candidato. Si puo’ scegliere il partito, ma il candidato e’ quello imposto dai
vertici del partito, in base ai propri interessi.
C'era un mezzo piu’ semplice, piu’ logico, piu’ sicuro e piu’ democratico per
garantire l'alternanza di due grandi partiti?
C'era si’: il premio di maggioranza. Abolizione dei "collegi elettorali",
abolizione dello sbarramento, proporzionale pura per l'80% dei seggi e 20%
premio secco al primo partito (o percentuali lievemente diverse).
Ma questa soluzione ha un grosso difetto: a decidere chi mandare in
parlamento sarebbero gli elettori, non i partiti.
Al cospetto di una tale mentalita’, possiamo stupirci se un parlamento
formato per via uninominale vuole accaparrarsi il potere di scrivere la
nuova costituzione?
Possiamo stupirci se, ogni volta che qualcuno chiede "Ma a che serve il
Senato? E' un doppione della Camera dei Deputati!" si risponde: "Eh, gia’, e’
vero. Allora TROVIAMOGLI UN'ALTRA FUNZIONE"?
Eh, gia’, chi di noi voterebbe CONTRO IL PROPRIO POSTO DI LAVORO?
Forse un Fanfani, forse un Andreotti, che godono il posto di senatore a vita
senza possedere meriti in nessuno dei campi elencati nella costituzione per
l'assegnazione di un tale posto?
Io mi sono stupito anni fa quando, dopo decenni di privilegio barbaro, e’ stata abolita la famigerata immunita’ parlamentare vecchio stile. Spero di potermi stupire in un futuro, in cui l'elettorato riuscisse a imporre il diritto di scegliere i candidati da mandare in parlamento, e l'abolizione (e non il riciclaggio!) del Senato
Micael Zeller.
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