Gli interventi di "Riforme istituzionali"

N° 68 - 12/01/97
Da il manifesto: M.D.C.

COSTITUZIONE: Riforme sotto la lente

M.D.C. - NAPOLI Sulle riforme costituzionali la maggioranza deve presentare al più presto una proposta comune, altrimenti le sue divisioni e ambiguità rafforzeranno il potere di scelta del Polo. Lo ha detto ieri Stefano Rodotà, intervenendo all'assemblea nazionale dei Comitati per la Costituzione che si è svolta a Napoli. Un'assemblea "calda", a ridosso delle polemiche sulla Bicamerale seguìte alla proposta Cossiga, aperta da un ricordo di Giuseppe Dossetti. Rodotà ha sollecitato Pds, Popolari, Verdi e Rifondazione a connotare subito la proposta di riforma costituzionale della maggioranza; anche perché, ha aggiunto, se vi sarà un referendum sulla legge istitutiva della Commissione bicamerale "questo non potrà essere interpretato come una scelta tra Bicamerale e Costituente. Se verrà respinta la procedura speciale prevista per la Bicamerale, la conseguenza corretta è il ritorno alla procedura ordinaria dell'articolo 138". Nel caso invece in cui la Bicamerale si salvasse dal siluro-Cossiga, Rodotà mette in guardia dal moltiplicare i temi della quale questa dovrebbe occuparsi, e di tenerli comunque ben distinti dal pacchetto giustizia e da quello sull'assetto tv.
E' entrato nel merito delle proposte già avanzate dal Pds, come quella che attribuisce un ruolo di "super-garante" del sistema giudiziario al capo dello stato, l'intervento di Nicola Colaianni, secondo il quale un'ipotesi così generica apre spazi e legittima iniziative di riduzione del ruolo della magistratura. Ugo Spagnoli, ex giudice costituzionale, ha messo in evidenza la disattenzione verso il ruolo del parlamento che contraddistingue il dibattito in corso, mentre si privilegia il versante della decisione.
Alla discussione hanno partecipato anche i rappresentanti di Mfd, Pace e Diritti e altre associazioni, che hanno proposto un lavoro comune e un coordinamento delle iniziative. Al ricco dibattito non ha poi contribuito granché l'intervento di Carlo Ripa di Meana, che, dopo aver aderito all'iniziativa di Segni per la Costituente, ha espresso consenso anche agli obiettivi dei Comitati Dossetti, sostenendo che le due scelte non sono contraddittorie.


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