Gli interventi di "Riforme istituzionali"

N° 95 - 06/05/97
Franco Ragusa

Re: Proposta di astensione (int. 84)

Scritto da Francesco Paolo Forti:

FPF> Il termine del contendere finale e' che di fronte al compromesso, pur insoddisfacente, i cittadini votino si' pur di cambiare qualcosa.
Una cittadinanza matura invece, se non gradisce l'insieme della riforma o della legge da votare con referendum deve votare NO. Quante volte qui in Svizzera e' stata rifiutata l'IVA, l'adesione all'ONU od alre cose solo perche' nell'insieme della materia presentata la bilancia non pendeva dalla parte giusta. Il legislativo ha rifatto il testo e nel giro di pochi anni il tutto e' stato approvato positivamente.

Caro Francesco,
ti rispondo purtroppo con molto ritardo.
Un ritardo che, pero', oggi ci permette di avere un quadro della situazione ben piu' definito di due mesi fa.
I lavori della Bicamerale, infatti, credo che abbiano confermato la fondatezza dei timori contenuti nell'appello-proposta per l'astensione al referendum unico.
Dalla lettura delle sedute preliminari e delle audizioni, si ricava l'impressione che vi sia stato un dialogo tra sordi e che le proposte di mediazione che forse verranno avanzate in questi giorni potevano ben essere prodotte circa due mesi fa, senza il bisogno di mettere in piedi tutta questa farsa delle audizioni.
E questo mi sembra gia' piu' che sufficiente per ribadire l'assurdita' di una fase costituente cosi' configurata, dove il confronto si sapeva che si sarebbe svolto sulla base degli schieramenti; e dove non c'e' stato spazio per un'analisi concreta di quanto e' avvenuto in Italia dal dopoguerra ad oggi (vedi i miei due precedenti interventi).

Di fronte a tanta "disonesta' intellettuale", permettimi di essere poco ottimista: nel caso il processo di riforma cosi' avviato dovesse, per qualsiasi motivo, arrestarsi (anche per un NO all'eventuale referendum confermativo), stai pur sicuro che tutte le forze politiche rivendicheranno la bonta' delle proprie posizioni e la necessita' di non porle in mediazione con quelle degli altri. Per cui i presidenzialisti diverranno ancor piu' presidenzialisti; i semipresidenzialisti ancor piu' fedeli allo schema francese; e cosi' via per tutti gli altri.
Come dire: uno stallo annunciato.
Ritorniamo quindi a quella consapevolezza che, a mio avviso, si e' via via con gli anni affermata tra i cittadini italiani, e che determina, quando viene data l'opportunita' formale d'intervenire, una sorta di scelta obbligata: purche' si cambi.
Ed e' per questo che si propone l'astensione "a priori", per cercare d'innescare un'inversione di tendenza forte nei confronti di meccanismi di controllo delle scelte dei cittadini ormai consolidati.

Ma al di la' di questa considerazione, e' proprio il meccanismo del referendum unico che implica l'impossibilita' di operare delle scelte mirate.

FPF> Ad esempio, di fronte ad un referendum sul federalismo, se la proposta fosse insufficiente occorre votare NO. Votare SI equivale a darsi la zappa sui piedi.

Ma e' implicito nel meccanismo del "pacchetto unico" che la proposta complessiva sara' insufficiente. E' inevitabile che mettendo insieme cosi' tante questioni, il giudizio complessivo che ognuno di noi sara' chiamato ad esprimere non venga di fatto influenzato dai singoli aspetti che potrebbero essere ritenuti soddisfacenti.
Chi potrebbe essere soddisfatto del tipo di federalismo adottato, potrebbe infatti essere insoddisfatto in materia di giustizia o di forma di governo. Ma va da se' che con ogni probabilita' si prendera' quel poco che e' possibile ottenere; per poi magari scoprire, soltanto successivamente, sul campo, che la "forma di governo" non e' indifferente alla "forma di stato", e che senza un serio controllo di legalita', non c'e' costituzione che tenga.
Parliamoci chiaro, e' un'assurdita' che si discuta su dei tavoli separati di "forma di governo" e "forma di stato"; andava piuttosto definita la "forma di stato", chiedere ai cittadini cosa ne pensassero, e poi intervenire sulla "forma di governo" sulla base di un assetto statale definito nelle sue autonomie. Come e' assurdo che si discuta in astratto del funzionamento dei sistemi istituzionali senza partire dal presupposto che in Italia non vi e' mai stato un serio controllo di legalita': che alternanza poteva esserci in un paese dove i meccanismi clientelari e la mafia l'hanno fatta da padroni?

FPF> Una proposta utile invece e' quella del referendum con variante.

Personalmente sono dell'avviso che prima di ogni modifica costituzionale vada rivisto l'art. 138. Ad ogni buon conto, oggi bisogna per forza di cose misurarsi con la Commissione Bicamerale, e per le ragioni contenute nella proposta di astensione e per quanto ribadito sulla base dell'attualita' di questi giorni, ritengo che vada con forza avviata un'iniziativa di delegittimazione della "fase costituente" in corso.

A presto


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