Riforme Istituzionali
 
REFERENDUM 2006

 


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DIFENDI I TUOI DIRITTI - DIFENDI LA COSTITUZIONE
 
Il NO di "Riforme Istituzionali" al Referendum Costituzionale confermativo
 
www.riforme.net
 
13 maggio 2006 
  
Anche per l'importantissima scadenza referendaria del 25-26 giugno, pur non facendo questa volta parte di un Comitato direttamente coinvolto nella propaganda elettorale, "Riforme Istituzionali" (www.riforme.net) intende fare la sua parte, in modo particolare rivolgendo l'invito per una campagna referendaria dal basso e al di fuori di ogni logica di schieramento.
 
Come è già avvenuto per il Referendum Costituzionale dell'ottobre 2001 (Nuovo Titolo V), sta divenendo quanto mai evidente come una buona parte del fronte del NO si stia attrezzando per condurre una mera battaglia di facciata.
A parti invertite, è ora il centrosinistra a mostrare segnali d'insofferenza verso una scadenza referendaria promossa quando si era opposizione.
Ciò è chiaramente dovuto alla consapevolezza che da un confronto approfondito potrebbero emergere inquietanti "identità di obiettivi" tra la "La bozza Amato" sottoscritta dall'intero centrosinistra e le norme antiribaltone, con conseguenti poteri forti del Premier (e al tempo stesso debolezze), contenute nella riforma del centrodestra. E a conferma di questi timori, non ultime le offerte avanzate dall'On. Fassino al centrodestra (senza alcun riguardo per la Costituzione vigente) circa il "non ruolo" da affidare al nuovo Presidente della Repubblica: "L'assicurazione che se il governo di Prodi dovesse entrare in crisi si tornerà a votare, in base al principio tipico delle democrazie dell'alternanza per cui la legittimità di una maggioranza e di un governo viene dal voto dei cittadini" (si veda approfondimento).

Non è quindi dovuto alle tante scadenze di questi giorni se le critiche su questa parte della riforma stanno via via divenendo sempre più blande e limitate alle questioni di tipo funzionale, lasciando inalterate le "durezze di toni" iniziali per la sola "Devolution".
Ma anche per questo specifico aspetto della riforma, sarà quanto mai difficile da spiegare come e perché la cosiddetta "Devolution" sia da considerare qualcosa di più lacerante, per la salvaguardia dell'uniformità dei diritti di cittadinanza, rispetto a quanto già fatto con lo sciagurato Nuovo Titolo V voluto dall'Ulivo, sostanzialmente lasciato immutato dalla nuova riforma e rispetto al quale, come sopra ricordato, il centrodestra non oppose reali resistenze nella campagna referendaria del 2001, arrivando addirittura ad utilizzare gli strumenti istituzionali a sua disposizione per oscurare, per un referendum che non prevedeva quorum, la propaganda elettorale (Corriere della sera - 23/09/2001).

Per questi motivi, "Riforme Istituzionali" proporrà argomenti e darà forza alle ragioni del NO con lo scopo di fare chiarezza anche nei confronti delle posizioni del centrosinistra che potrebbero in qualche modo demotivare gli elettori o che, aspetto da non trascurare, potrebbero essere interpretate come una sostanziale adesione a buona parte delle modifiche costituzionali introdotte dalla riforma del centrodestra.
Un No convinto a tutti quei meccanismi in grado di assegnare, direttamente o indirettamente, super poteri al Premier, da qualunque parte vengano proposti; un No convinto al federalismo competitivo e non solidale già realizzato con il "nuovo Titolo V" varato dall'Ulivo e che la riforma del centrodestra cerca di riproporre con maggiore forza simbolica attraverso la cosiddetta "Devolution".

 

 
 
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